4 novembre 2018

4 Novembre 2018

Tutto inizia dalla fede

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12,28b-34)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Il commento

Qual è il primo di tutti i comandamenti?”. È questa la domanda che uno scriba pone a Gesù. L’interrogativo chiede di capire qual è il punto di partenza e la regola suprema di una vita che ha il timbro di Dio. La risposta del Rabbì non si fa attendere e rappresenta la chiave della proposta evangelica. Tutto inizia dalla fede e dal riconoscere che Dio è l’Unico. È questo il primo comandamento: “amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza” (12,30). In genere questa pagina viene letta a partire dal secondo comandamento. Io invece voglio sottolineare il primo. Apparentemente non è un precetto da osservare, in realtà è l’oggettivo fondamento di una vita in cui tutto viene fatto in nome di Dio. La fede non resta confinata nelle buone intenzioni né si riduce ad alcuni appuntamenti di preghiera. La fede propone un preciso stile di vita, invita a scrivere la nostra vita nella cornice dell’amore di Dio. Tutto nasce da Lui, tutto è donato a Lui. Se questo, che rappresenta il primo comandamento, è disatteso, non solo facciamo fatica ma risulta impossibile comprendere e mettere in pratica tutti gli altri. Se il primo comandamenti viene trascurato; e se, peggio ancora, non viene più considerato come il fondamento della vita morale, non dobbiamo stupirci se la vita personale e collettiva non cammina nei sentieri della verità e della carità. Se viene meno il fondamento, tutta la casa crolla, l’uomo brancola nel buio, non segue la via che conduce alla vita, non si preoccupa di diventare una benedizione per gli altri, non è disposto a vivere una carità che scomoda e chiede sacrifici. Se Dio non è più il legame primario, anche i legami fraterni s’indeboliscono.

Benedetto XVI ha iniziato il pontificato con un’enciclica dedicata all’amore: “Deus Caritas est”. Fin dal titolo, quel documento conteneva una sfida sempre attuale: solo se riconosce che Dio è amore, cioè la sorgente di ogni amore, l’uomo può imparare a camminare nella via dell’amore. È questa la grazia che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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