13 novembre 2018

13 Novembre 2018

Nuova carta d’identità

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,7-10)
In quel tempo, Gesù disse: «Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, stringiti le vesti ai fianchi e servimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti? Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».

Il commento

Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge…” (17,7). Il Vangelo oggi offre una parabola breve ma densa di significato. Un racconto sorprendente perché nella parte iniziale Gesù chiede ai suoi interlocutori di vestire i panni di un uomo ricco, una persona benestante che può contare sulla presenza di alcuni servi ai quali affida i compiti più umili: pascolare il gregge e arare i campi. Nella parte conclusiva invita a identificarci proprio in quei servi: “Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili” (17,10). Gesù riscrive la nostra carta d’identità. Si racconta che quando Albert Einstein si rifugiò negli USA, per sfuggire alle persecuzioni razziali, a chi gli chiedeva la nazionalità, rispose semplicemente: ”razza umana”. A chi oggi chiede qual è la nostra identità, dovremmo rispondere: “servo di tutti”. D’altra parte, l’unico e vero Maestro, il solo che può presentarsi come Signore, si presenta a noi come un servitore disposto a consumare la vita per l’umanità (Mt 20,28). Tutta la vita di Gesù è una testimonianza fedele di questo stile ma c’è un passaggio in cui egli rivela in modo esplicito la sua duplice identità di Maestro e servo. Nella cena che precede la passione, vedendo i discepoli discutere animatamente su chi era più grande tra loro, interviene con decisione: “Chi è più grande, chi sta a tavola o chi serve? Non è forse colui che sta a tavola? Eppure io sto in mezzo a voi come colui che serve” (Lc 22, 27). Il Vangelo non chiede di apportare piccole modifiche, pretende di cambiare radicalmente le regole che strutturano la vita sociale. È una rivoluzione difficile da farsi perché pochi sono disposti a rinunciare al prestigio e ai privilegi. Contempliamo Gesù che ha fatto del servizio la sua cattedra e della croce il suo trono. Chi vuole seguirlo, non può andare per un’altra strada. Oggi chiediamo la grazia di compiere quelle scelte che ci fanno perdere autorità agli occhi del mondo ma ci fanno diventare simili a Colui che per noi ha dato la vita.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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