19 novembre 2018

19 Novembre 2018

Cominciò a gridare

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 18,35-43)
Mentre Gesù si avvicinava a Gèrico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.

Il commento

Allora cominciò a gridare” (18,38). In ogni racconto evangelico s’intrecciano parole e gesti e sono come un’icona di quell’intreccio tra la grazia di Dio e la collaborazione dell’uomo che accompagna la nostra vita. Tutto inizia con un grido. La nostra preghiera spesso è troppo placida, quest’uomo invece grida perché sente che è in gioco la sua vita, intuisce che in quel momento si gioca la partita decisiva della sua vita. Per questo grida forte, ad alta voce. E si comprende: è cieco e non ha altri mezzi, non può muoversi, deve alzare la voce per farsi sentire, non solo per vincere il rumore ma anche l’indifferenza della gente. Emerge qui un particolare che dovrebbe farci riflettere (18,39): la folla lo sgrida, anzi lo rimprovera aspramente, gli impone di tacere, il verbo epitimáō è usato per descrivere l’esorcismo (Lc 4,35). Ho citato la folla ma, ad essere precisi, il testo greco parla dei proágontes, cioè di coloro che camminano avanti. A buon diritto possiamo pensare al gruppo dei discepoli e, dunque, alla comunità ecclesiale. Quante volte, di fatto, anche noi, invece di accogliere il grido, invitiamo a tacere; non solo non ci lasciamo interpellare dal grido di chi cerca la salvezza, ma chiediamo anche di non dare fastidio perché… abbiamo altre cose da fare. Questo dettaglio ci costringe a compiere una più attenta verifica del nostro cammino ecclesiale. Quante volte la Chiesa invece di essere una casa accogliente, diventa un muro. Dinanzi a questa indifferenza, ammantata di buone intensioni, il cieco non rinuncia, anzi “grida ancora più forte” (18, 39). L’evangelista usa il verbo krázo che fa pensare a quel grido che nasce dal dolore. È questo il grido che arriva a Gesù. Ed è la premessa per vivere un incontro che cambia la vita (18, 40-43).

Oggi vogliamo pregare con le parole del salmista: “Nell’angoscia invocai il Signore, nell’angoscia gridai al mio Dio: dal suo tempio ascoltò la mia voce, a lui, ai suoi orecchi, giunse il mio grido” (sal 18,7). Dona anche a noi, Signore, di fare esperienza della tua misericordia.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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1 risposta su “Cominciò a gridare”

Carissimo don Silvio. Pace e gioia sempre. In questo brano evangelico di Luca mi ci rispecchio in parte. Perché in parte? Io, circa 35 anni fa mi ritrovai in un posto, dove mai mi sarei aspettato di trovarmi; la roccia che ero si stava per frantumare in un attimo. Entrai in una depressione fortissima, che nemmeno i medici riuscivano a comprendere e nemmeno io ero convinto che quella malattia era entrata a far parte nella mia vita. Ho preso coscienza che, il Dio infinitamente grande c’è. Allora gridavo forte, alzando gli occhi al cielo, dicendogli: Dio Padre, Tu che mi ami di un amore infinito, fa che le mie sofferenze svaniscano e ritorni ad “essere quello che ero”. Mi avvicinai alla preghiera forte del RnS e con l’aiuto del sacerdote incominciai a stabilizzarmi. Oggi sono un uomo di 61 anni e predico a tutti, soprattutto ai giovani cresimandi adulti che Dio ascolta il grido della nostra preghiera; è vero che ho gridato forte, ma è anche vero che Lui sa e aspetta che noi lo cerchiamo, perché Lui si fa trovare sempre. Pace e gioa sempre.

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