22 novembre 2018

22 Novembre 2018

Un’umanità senza Dio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 19,41-44)
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo: «Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi. Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».

Il commento

Non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata” (19,44). Gerusalemme ha smarrito la strada che porta alla pace. La parola di Gesù assume la forma di una tragica profezia: non avendo riconosciuto la visita di Dio, sarà costretta a subire la violenza degli uomini: ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra” (19, 43-44). Queste parole troveranno compimento nell’anno 70 quando il Tempio fu distrutto dai Romani. Una ferita che non si è mai rimarginata perché il Tempio non è stato mai ricostruito. E non potrà più esserlo. Tutto questo non accade per una triste e drammatica fatalità ma è la diretta conseguenza del peccato. Quando l’uomo non riconosce e non accoglie Dio, è costretto a contare solo sulle sue forze e sperimenta tutta l’intrinseca fragilità della condizione umana. Gesù piange su Gerusalemme ma piange anche sulle nostre città affidate ad una politica che, per principio, rifiuta Dio, non riconosce a Dio alcun diritto di cittadinanza. Anzi lo considera come un ostacolo al bene comune. Una visione scandalosamente di parte che viene propagandata come l’unica che si pone al di sopra delle parti. Eugene Ionesco, uno dei maggiori drammaturghi contemporanei (1909-1994), ha dichiarato: “Mi creda: non è possibile un’umanità senza Dio. Io non so se credo in Dio; so con sicurezza che Dio mi manca”.

Il Vangelo ci consegna una pagina carica di angoscia. Ma noi sappiamo che la sofferenza non può e non deve avere l’ultima parola. Le tragedie accompagnano anche il nostro tempo e spesso restano nella pagina della cronaca e/o della memoria. Non basta sopportare il male in attesa di tempi migliori. Non è sufficiente nemmeno reagire con determinazione. Dobbiamo cercare di capire quale parola Dio vuole comunicare attraverso queste pagine dolorose della storia collettiva o personale. Gli eventi diventano così un’occasione per interrogarsi sul senso della vita e suscitare una sincera conversione. È quello che oggi chiediamo con la certezza che solo con Dio rifiorisce il deserto.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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