BRICIOLE diBriciole di Vangelo - Avvento

5 dicembre 2018

5 Dicembre 2018

Il pellegrinaggio della speranza

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 15,29-37)
In quel tempo, Gesù giunse presso il mare di Galilea e, salito sul monte, lì si fermò. Attorno a lui si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati; li deposero ai suoi piedi, ed egli li guarì, tanto che la folla era piena di stupore nel vedere i muti che parlavano, gli storpi guariti, gli zoppi che camminavano e i ciechi che vedevano. E lodava il Dio d’Israele. Allora Gesù chiamò a sé i suoi discepoli e disse: «Sento compassione per la folla. Ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Non voglio rimandarli digiuni, perché non vengano meno lungo il cammino». E i discepoli gli dissero: «Come possiamo trovare in un deserto tanti pani da sfamare una folla così grande?». Gesù domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette, e pochi pesciolini». Dopo aver ordinato alla folla di sedersi per terra, prese i sette pani e i pesci, rese grazie, li spezzò e li dava ai discepoli, e i discepoli alla folla. Tutti mangiarono a sazietà. Portarono via i pezzi avanzati: sette sporte piene.

Il commento

Si radunò molta folla, recando con sé zoppi, storpi, ciechi, sordi e molti altri malati” (15,30). L’Avvento è il tempo in cui sentiamo il respiro affannoso dell’umanità, tutta la creazione, scrive l’apostolo Paolo, geme e soffre come una donna nelle doglie del parto (Rm 8,22). Questa coscienza del dramma che attraversa la storia è ben rappresentata nella scena evangelica che descrive una folla di poveri e malati che si accalca attorno a Gesù: è l’immagine di un’umanità ferita che vive ai margini della vita sociale, un’umanità che sopravvive ma non può aspirare a quella pienezza di vita che ciascun uomo porta dentro di sé. La nostra storia è impastata di dolore. Il verbo iniziale fa pensare ad un raduno improvvisato e raccogliticcio, in greco abbiamo un’espressione più pregnante: “si avvicinarono a Lui” [prosēlthon autō]. È una scelta precisa che nasce dalla fiducia di trovare in Gesù colui che può guarire e riempire di vita i giorni faticosi dell’esistenza. I malati non sono soli, sono gli altri che li portano. Una bella immagine di quella solidarietà che rende più sopportabile la sofferenza. Ma tutto questo non basta, non è sufficiente per far risplendere la pienezza della vita. C’è bisogno di altro, c’è bisogno di un Altro. Questa gente si reca da Gesù perché ha l’intima certezza di poter bussare alla porta della Misericordia, sa di trovare qualcuno che ascolta, accoglie e risponde al grido di dolore. Il loro cammino è come un pellegrinaggio della speranza. “… li deposero ai suoi piedi” (15,30). Consegnano a Gesù le persone ammalate. È un gesto di fiducia nella potenza di Dio. Non possono fare altro. Noi invece possiamo e dobbiamo chiedere anche di fare la nostra parte. Il Pane eucaristico che ogni giorno riceviamo comunica l’amore di Dio e ci abilita ad amare con il cuore di Dio. “Il Cristo che si offre a noi sotto le apparenze del pane e il Cristo che si nasconde sotto l’aspetto sofferente del povero è lo stesso Gesù”: è questa la teologia semplice e impegnativa di Madre Teresa di Calcutta. Oggi chiediamo la grazia di diventare provvidenza per chi si trova in difficoltà.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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