Natalità

Nascono meno donne in Italia

nascere

di Gabriele Soliani

Circa 900 mila donne in meno sono nate dal 2008 ad oggi. Un dato che significa meno bambini, meno futuro, meno capacità di immettere nella società quelle caratteristiche di cura e accompagnamento proprie dell’universo femminile.

Nel 2017 sono stati iscritti all’anagrafe per nascita 458.151 bambini. Oltre 15 mila in meno rispetto al 2016. Nell’arco di 3 anni (dal 2014 al 2017) le nascite sono diminuite di circa 45 mila unità mentre sono quasi 120 mila in meno rispetto al 2008. La fase di calo della natalità innescata dalla crisi avviatasi nel 2008 sembra quindi aver assunto “caratteristiche strutturali”. Sono i dati che l’Istat ha comunicato nell’ultimo rapporto sulla natalità e la fecondità.

Ma c’è anche un dato nuovo. È la diminuzione della popolazione femminile. L’Istat ha rilevato che la diminuzione della popolazione femminile tra 15 e 49 anni (circa 900 mila donne in meno) osservata tra il 2008 e il 2017 spiega quasi i tre quarti della differenza di nascite che si è verificata nello stesso periodo. La restante quota dipende invece dai livelli di fecondità, sempre più bassi. Sembra un’equazione: meno bambini nascono e meno donne ci sono che potrebbero avere figli. Infatti nei calcoli dell’interruzione volontaria di gravidanza dal 1978 ad oggi dovremmo quantificare il numero delle “bambine non nate” che sarebbero diventate madri.

I numeri mostrano come il calo dei nati è particolarmente accentuato per le coppie di genitori entrambi italiani, che scendono a 358.940 nel 2017 (14 mila in meno rispetto al 2016 e oltre 121 mila in meno rispetto al 2008). Rispetto al 2008 diminuiscono sensibilmente i nati da coppie coniugate: nel 2017 sono 316.543 (-147 mila in soli 9 anni). Questo netto calo è in parte dovuto all’andamento dei matrimoni, che hanno toccato il minimo nel 2014, anno in cui sono state celebrate appena 189.765 nozze (-57 mila rispetto al 2008) per poi risalire lievemente fino a superare nel 2016 le 200 mila celebrazioni. Nel 2017 si osserva …. una nuova diminuzione (191.287 matrimoni)”.

La propensione al primo matrimonio, da anni in diminuzione, dopo aver mostrato una lieve ripresa a partire dal 2015 ha subito una battuta d’arresto nel 2017 (419,0 primi matrimoni per mille uomini e 465,1 primi matrimoni per mille donne). In un contesto di nascite decrescenti, quelle invece che avvengono fuori del matrimonio aumentano di quasi 29 mila unità rispetto al 2008, raggiungendo quota 141.608. Il loro peso relativo continua a crescere: è a 30,9% nel 2017.

“Il calo della natalità – prosegue l’Istat – si riflette soprattutto sui primi figli (214.267 nel 2017), diminuiti del 25% rispetto al 2008. Nello stesso arco temporale i figli di ordine successivo al primo si sono ridotti del 17%”.

Dal 2012 al 2017 sono diminuiti anche i nati con almeno un genitore straniero (-8 mila) che, con mille unità in meno solo nell’ultimo anno, scendono sotto i 100 mila (99.211, il 21,7% sul totale dei nati) per la prima volta dal 2008. Tra questi sono in calo soprattutto i nati da genitori entrambi stranieri. Al primo posto per numero di nati stranieri iscritti in anagrafe si confermano i bambini rumeni (14.693 nati nel 2017), seguiti da marocchini (9.261), albanesi (7.273) e cinesi (3.869). Queste quattro comunità rappresentano il 51,8% del totale dei nati stranieri”.

Nel 2017 prosegue la tendenza alla diminuzione della fecondità in atto dal 2010. Il numero medio di figli per donna scende a 1,32 (1,46 nel 2010). Le donne italiane hanno in media 1,24 figli (1,34 nel 2010), le cittadine straniere residenti 1,98 (2,43 nel 2010). La riduzione del numero medio di primi figli per donna tra il 2010 e il 2017 è responsabile per il 68% del calo complessivo della fecondità delle donne italiane e per l’81% di quello delle donne straniere”. Contemporaneamente si osserva uno spiccato aumento della quota di donne senza figli: nella generazione del 1950 è stata dell’11,1%, nella generazione del 1960 del 13% e in quella del 1977 si stima che raggiungerà (a fine del ciclo di vita riproduttiva) il 22,0%”.

Una piccola consolazione viene da una dato che l’Istat ha pubblicato: i nomi più diffusi tra i quasi 60 mila nomi diversi scelti dai genitori.

Nel 2016 il nome più scelto per i maschi è Francesco e per le femmine è Sofia. Chissà che il patrono d’Italia e il nostro Papa Francesco riescano a riempire le nursery e le scuole materne …..!




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