26 dicembre 2018

26 Dicembre 2018

In quell’ora

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10,17-22)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi apostoli: «Guardatevi dagli uomini, perché vi consegneranno ai tribunali e vi flagelleranno nelle loro sinagoghe; e sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà persevereto fino alla fine sarà salvato».

Il commento

E quando vi consegneranno davanti ai tribunali, non preoccupatevi di come o di che cosa dovete dire” (10,19). La pagina evangelica c’immerge nella realtà drammatica della persecuzione e delle prove che siamo chiamati ad affrontare. A sentire le parole del Maestro, i discepoli hanno parecchi motivi per essere spaventati e invece Gesù li invita a non essere affatto preoccupati. In questi casi non serve il coraggio né l’intelligenza o l’astuzia, basta la fede. Egli fa capire che non abbiamo la forza per resistere alle tribolazioni, possiamo e dobbiamo contare sulla grazia che dona lo Spirito Santo: “non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi” (10, 20). L’unica cosa da fare è restare aggrappati a Dio con la certezza che da Lui riceveremo, al momento opportuno, la forza della testimonianza. Nelle parole di Gesù c’è un particolare che non deve essere trascurato: “vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire” (10,19). L’ora di cui ci parla è quella in cui siamo già immersi nella prova. È l’ora in cui ci sentiamo soli e senza forze, abbandonati da tutti. Solo Dio conosce l’ora in cui donerà le parole da dire, cioè la forza per affrontare una prova imprevista o una responsabilità che si rivela più faticosa di quello che avevamo previsto. Ci sono persone che dinanzi a situazioni difficili, dicono: “Se capitasse a me, non avrei il coraggio”. Una volta una mamma mi ha detto: “Sono sicura che se avessi un figlio affetto da una disabilità non avrei la forza”. Ho risposto: “E tu che ne sai? Se credi e preghi, se consegni a Dio il tuo dolore e con umiltà invochi la sua Provvidenza, non ti lascerà certo da sola ad affrontare una prova così difficile. Se Dio ti consegnerà un figlio straordinario, ti darà anche un amore straordinario”. Prega e troverai la forza. Non dobbiamo vivere con l’ansietà di quello che può accadere. L’unica nostra preoccupazione è quella di rispondere alla chiamata, giorno per giorno. Il buon Dio non ci farà mancare quello che serve per rendere gloria al suo Nome.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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