7 Gennaio 2019

L’umile parola

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 4,12-17.23-25)
In quel tempo, quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao, sulla riva del mare, nel territorio di Zàbulon e di Nèftali, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaìa: «Terra di Zàbulon e terra di Nèftali, sulla via del mare, oltre il Giordano, Galilea delle genti! Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce, per quelli che abitavano in regione e ombra di morte una luce è sorta». Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino». Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e di infermità nel popolo. La sua fama si diffuse per tutta la Siria e conducevano a lui tutti i malati, tormentati da varie malattie e dolori, indemoniati, epilettici e paralitici; ed egli li guarì. Grandi folle cominciarono a seguirlo dalla Galilea, dalla Decàpoli, da Gerusalemme, dalla Giudea e da oltre il Giordano.

Il commento

Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nàzaret e andò ad abitare a Cafàrnao” (4,12-13). La vicenda di Betlemme è lontana, le voci degli angeli e l’adorazione dei Magi hanno lasciato il posto alla vita ordinaria nel contesto di un piccolo villaggio della Galilea. È qui che Gesù vive i lunghi anni di quello che viene chiamato il ministero nascosto. Anni non meno fecondi di quelli che segneranno il ministero pubblico. Ma viene il momento di uscire allo scoperto: dal punto di vista storico, l’arresto di Giovanni rappresenta per Gesù il segnale decisivo, egli legge l’evento come un appello ad entrare in gioco, nel momento in cui la voce viene soffocata, entra sulla scena la Parola. Matteo afferma che vi è anche uno spostamento geografico: da Nazareth a Cafarnao, dal piccolo borgo nascosto tra le colline alla cittadina posta sul lago. È un passaggio significativo, testimonia la volontà di Gesù a parlare a tutti, egli sceglie come città di residenza un luogo più trafficato, centro commerciale e sede di un distaccamento romano. L’evangelista spiega questa scelta, dettata da motivi di opportunità, come una realizzazione storica di un’antica parola profetica: “Il popolo che abitava nelle tenebre vide una grande luce” (Is 8,23). Nelle parole di Isaia, proprio la terra della Galilea, considerata impura perché posta a confine con i popoli pagani, vedrà una “grande luce”. Per l’evangelista tutto questo si compie nella persona e nell’opera di Gesù. E tuttavia, contrariamente a quanto si poteva pensare, tutto avviene nella più grande umiltà. Gesù entra sulla scena senza titoli e senza mezzi, l’unica sua forza è la parola che egli fa risuonare con autorità: “Convertitevi, perché il Regno dei cieli è vicino” (4,17). La “grande luce” annunciata dal profeta è una parola mite e senza pretese che però raggiunge i cuori degli umili (4, 23-25). È l’inizio di quella grande avventura che continua ancora oggi. Chiediamo la grazia di essere fedeli testimoni perché la Parola di Dio possa continuare la sua corsa.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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