9 gennaio 2019

9 Gennaio 2019

Gesù si nasconde

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 6,45-52)
[Dopo che i cinquemila uomini furono saziati], Gesù subito costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva, a Betsàida, finché non avesse congedato la folla. Quando li ebbe congedati, andò sul monte a pregare. Venuta la sera, la barca era in mezzo al mare ed egli, da solo, a terra. Vedendoli però affaticati nel remare, perché avevano il vento contrario, sul finire della notte egli andò verso di loro camminando sul mare, e voleva oltrepassarli. Essi, vedendolo camminare sul mare, pensarono: «È un fantasma!», e si misero a gridare, perché tutti lo avevano visto e ne erano rimasti sconvolti. Ma egli subito parlò loro e disse: «Coraggio, sono io, non abbiate paura!». E salì sulla barca con loro e il vento cessò. E dentro di sé erano fortemente meravigliati, perché non avevano compreso il fatto dei pani: il loro cuore era indurito.

Il commento

E subito costrinse i suoi discepoli a salire sulla barca e a precederlo sull’altra riva” (6,45). È una scena drammatica, tutto avviene nella notte, immagine emblematica delle paure e del male che ci assedia. I discepoli sperimentano il vento contrario, la delusione li attanaglia. Per la prima volta, da quando sono con Gesù, si sentono soli e smarriti; e soprattutto faticano a comprendere il senso degli eventi. Poche ore prima avevano gustato il pane, la festa, la gioia, i canti… E proprio quando tutto sembrava finalmente prendere la giusta piega, quella che da tempo essi attendevano, si apre uno scenario assolutamente imprevedibile, anzi del tutto incomprensibile: Gesù li costringe a lasciare immediatamente quel luogo (6,45), come se fosse improvvisamente diventato pericoloso. È un comando perentorio che non lascia spazio ad alcuna obiezione. Gesù sa bene quello che fa, i discepoli invece non possono misurare gli eventi e non sono in grado di capire che quella situazione poteva effettivamente diventare pericolosa. Quando manca una fede adulta, è facile cadere nella trappola di un entusiasmo superficiale e fuorviante. Sulle orme del Maestro, anche la Chiesa, con determinazione e severità, deve invitare i suoi figli a stare lontani da tutto ciò che può essere o diventare un pericolo per la fede.

Nella vita vi sono situazioni in cui tutte le luci si spengono, entriamo nella notte oscura della passione, sperimentiamo l’angoscia del Sabato Santo. Ci sentiamo soli, abbandonati anche dal Signore nel quale abbiamo riposto ogni speranza. Non sappiamo se e quando tornerà la luce. Il Vangelo è sempre annuncio di speranza: “Vedendoli però affaticati nel remare, sul finire della notte egli [Gesù] andò verso di loro” (6,48). Gesù non risponde subito al nostro grido, ama nascondersi, viene solo quando la notte sta per finire ma… viene! Questo è certo! Scrive Teresa di Lisieux: “Gesù è un tesoro nascosto, un bene inestimabile che poche anime sanno trovare perché è nascosto e il mondo ama ciò che brilla” (LT 145, 3 agosto 1893). Oggi chiediamo la grazia di non cadere nella palude della rassegnazione e di custodire una fede ardente fede nell’amore provvidenziale di Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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