di Silvio Longobardi

Se è accoglienza per tutti, dovremmo evitare due pesi e due misure

gravidanza

di Silvio Longobardi

“L’accoglienza dei più deboli è un principio fondante dell’umanità”, dice giustamente Paglia. Ed ha ragione. Facciamo sentire che questo principio riguarda anche quei bambini che attendono solo di vedere la luce.

Ha usato parole forti mons. Vincenzo Paglia per richiamare il dovere dell’accoglienza: “L’inferno è lasciare 49 persone al freddo nel Mediterraneo. È una follia”. Ha paragonato la paura dei Governi europei a quella di Erode. E non ha mancato di dare una stoccata a Salvini: “non si può neanche dire ‘tutti i cittadini sono come me’ perché anche gli abitanti di Gerusalemme stavano con Erode”. Ha ribadito che “l’accoglienza dei più deboli è un principio fondante dell’umanità. Se manca questo è una tragedia per tutti. E non mi si venga a dire che i migranti creano problemi. È ovvio che creano alcuni problemi”.

Parole forti e condivisibili ma così diverse da quelle che lo stesso Vescovo ha detto qualche mese fa a proposito del piccolo Charlie, il bambino tenuto in ostaggio della sanità inglese e morto senza dare ai genitori la libertà di verificare se altrove vi erano altre terapie. In quel caso, con aplomb tutto in inglese, il Vescovo Paglia diceva che era necessario trovare soluzioni condivise. In quel caso non ha parlato di Erode eppure proprio in quel caso la figura del diabolico re poteva essere evocata, trattandosi di un bambino di due anni lasciato morire in un letto di ospedale senza neppure dargli la possibilità di morire a casa sua, circondato dall’affetto dei suoi cari. In quel caso, il silenzio di Paglia, che ricordiamo è il Presidente della Pontificia Accademia per la Vita, appariva agli occhi di molti come il segno di una quiete rassegnazione. In questo caso, invece, ha saputo scegliere le parole più dure e sferzanti. S’intravede un doppiopesismo morale che non aiuta la Chiesa ad essere sempre e comunque accanto agli ultimi.

L’intervista di mons. Paglia fa parte di una più ampia reazione che ha coinvolto non pochi vescovi. Non molti a dire il vero ma quelle poche voci hanno maggiore eco nel generale silenzio della maggioranza. Ho qualche anno sul gruppone e posso assicurare di non aver mai visto una presa di posizione così netta rispetto alla politica. Evidentemente quando è in gioco la dignità delle persone, quando i diritti fondamentali sono calpestati non si può tacere. Ma allora, stante il sostanziale silenzio che si riscontra sui temi che riguardano la vita nascente e la famiglia, dobbiamo pensare che in questo caso i diritti non c’entrano affatto? Tre anni fa, su proposta del Governo Renzi, fu approvata una Legge che dava il via libera alle unioni civili, ivi comprese quelle omosessuali. In quel caso, nessun commento ufficiale, tutto passò sotto silenzio. O quasi. Se non ricordo male, anche il Forum Nazionale delle Associazioni familiari, scelse l’Aventino. Un gruppo di cattolici tentò di far sentire la voce di protesta, più di un milione scese in piazza. Ma non ricevettero alcun appoggio da parte dei Vescovi. Anzi… il silenzio di allora e il vociare di oggi mi fa pensare che ci sono due pesi e due misure.

Tra poche settimane la Chiesa italiana celebra la Giornata per la Vita. Non è la Giornata di un gruppo ma della Chiesa tutta. È stata istituita per protestare contro l’aborto e promuovere una cultura della vita. Vorrei sperare che nei prossimi giorni le voci dei Pastori siano altrettanto energiche per dare voce a quei bambini che non hanno voce. “L’accoglienza dei più deboli è un principio fondante dell’umanità”, dice giustamente Paglia. Ed ha ragione. Facciamo sentire che questo principio riguarda anche quei bambini che attendono solo di vedere la luce. Portano qualche problema ma sono anche una gioia e una risorsa per la società. Se ripartiamo da loro, forse c’è speranza per tutti.




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.