Vita

Il Santo Padre: “L’uomo non riuscirà mai a liberarsi del bisogno dell’aiuto altrui”

Papa Francesco

(Foto: giulio napolitano / Shutterstock.com)

di Ida Giangrande

“In questa circostanza della celebrazione solenne in India, voglio ricordare con gioia e ammirazione la figura di Santa Madre Teresa di Calcutta, un modello di carità che ha reso visibile l’amore di Dio per i poveri e i malati”. Il Messaggio di papa Francesco per la XXVII Giornata del Malato che si terrà a Calcutta nel mese di febbraio.

“Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”. (Mt 10,8) È così, con le parole del Vangelo, che inizia il Messaggio del Santo Padre Francesco per la XXVII Giornata Mondiale del Malato, che si celebrerà l’11 febbraio 2019 in modo solenne a Calcutta, in India. Proprio lì, in quell’angolo della terra povero e abbruttito dalla miseria e dalla malattia, che ha visto sorgere una stella: Santa Madre Teresa di Calcutta “un modello di carità che ha reso visibile l’amore di Dio per i poveri e i malati” sottolinea il Papa.

“Santa Madre Teresa ci aiuta a capire che l’unico criterio di azione dev’essere l’amore gratuito verso tutti senza distinzione di lingua, cultura, etnia o religione. Il suo esempio continua a guidarci nell’aprire orizzonti di gioia e di speranza per l’umanità bisognosa di comprensione e di tenerezza, soprattutto per quanti soffrono”.

Quelli che soffrono sono al centro della riflessione del Papa: “Di fronte alla cultura dello scarto e dell’indifferenza, mi preme affermare che il dono va posto come il paradigma in grado di sfidare l’individualismo e la frammentazione sociale contemporanea, per muovere nuovi legami e varie forme di cooperazione umana tra popoli e culture. Il dialogo, che si pone come presupposto del dono, apre spazi relazionali di crescita e sviluppo umano capaci di rompere i consolidati schemi di esercizio di potere della società. Il donare non si identifica con l’azione del regalare perché può dirsi tale solo se è dare sé stessi, non può ridursi a mero trasferimento di una proprietà o di qualche oggetto. Si differenzia dal regalare proprio perché contiene il dono di sé e suppone il desiderio di stabilire un legame. Il dono è, quindi, prima di tutto riconoscimento reciproco, che è il carattere indispensabile del legame sociale. Nel dono c’è il riflesso dell’amore di Dio, che culmina nell’incarnazione del Figlio Gesù e nella effusione dello Spirito Santo”.

L’uomo non è fatto per vivere da solo. Egli ha bisogno dell’aiuto degli altri, di spazi di solidarietà e di relazioni significative per poter realizzare pienamente la sua umanità. Questa non è una condizione che caratterizza solo alcuni. Tutti abbiamo bisogno di aiuto e non c’è cosa più bella al mondo di questa. Lo ricorda il Papa quando dice: “Ogni uomo è povero, bisognoso e indigente. Quando nasciamo, per vivere abbiamo bisogno delle cure dei nostri genitori, e così in ogni fase e tappa della vita ciascuno di noi non riuscirà mai a liberarsi totalmente dal bisogno e dall’aiuto altrui, non riuscirà mai a strappare da sé il limite dell’impotenza davanti a qualcuno o qualcosa. Anche questa è una condizione che caratterizza il nostro essere “creature”. Il leale riconoscimento di questa verità ci invita a rimanere umili e a praticare con coraggio la solidarietà, come virtù indispensabile all’esistenza”.

Abbiamo bisogno di riflettere di più sul valore e sul senso del dolore, della malattia e della solidarietà per imparare ad affrontarla in maniera dignitosa, tutti insieme come è giusto che sia in una società civile.

Leggi qui la versione integrale del Messaggio del Santo Padre: http://w2.vatican.va/content/francesco/it/messages/sick/documents/papa-francesco_20181125_giornata-malato.html




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