25 gennaio 2019

25 Gennaio 2019

Il primo giorno di scuola

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 16,15-18)
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Il commento

Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura” (16,15). La liturgia riporta le parole conclusive che Gesù consegna ai Dodici, disegnano il volto di una Chiesa che proclama il Vangelo in ogni angolo della terra. Una Chiesa tutta pervasa dal fuoco missionario. Queste parole ben si adattano all’apostolo Paolo, anzi hanno trovato in lui un testimone infaticabile, un uomo che ha speso tutte le sue energie per far risuonare la parola di Cristo: “Mi sono fatto debole per i deboli, per guadagnare i deboli; mi sono fatto tutto per tutti, per salvare a ogni costo qualcuno” (1Cor 9,22). Questa grande avventura inizia sulla via che conduce a Damasco quando il giovane Saulo lottava con veemenza per sconfiggere i discepoli del Nazareno, accusati di stravolgere la tradizione del giudaismo. Quel giorno fu raggiunto da una luce e da una Voce misteriosa che lo invita a riconoscere Gesù non come l’avversario da combattere ma come il Signore al quale consegnare la propria vita. Fu come un nuovo inizio. Quel giorno Paolo comprese che doveva tornare sui banchi di scuola per imparare a leggere in modo nuovo le Scritture antiche e scrivere pagine capaci di comunicare efficacemente la verità di Dio. Fu il primo giorno di scuola.

Contemplare Paolo come un umile discepolo non è solo un dovere storico ma anche una scelta salutare. È un’immagine di cui abbiamo bisogno perché tutti siamo e restiamo discepoli. Anzi, solo e nella misura in cui ci lasciamo raggiungere dalla grazia, possiamo anche diventare apostoli coraggiosi e comunicare la fede non come un’astratta dottrina ma come un’esperienza personale, come un fuoco che brucia e c’impedisce di tacere (Ger 20,9). Solo così la nostra vita e il nostro ministero non diventano una ricerca di se stessi ma un canto di amore a Colui che veste di gioia l’esistenza dell’uomo. Oggi chiediamo la grazia di una sincera conversione per imparare a vivere la nostra vocazione non come un abito usato e ormai logoro ma come una veste che lo Spirito rende ogni giorno più luminosa.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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