31 gennaio 2019

31 Gennaio 2019

Hanno vinto la paura

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 4,21-25)
In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!». Diceva loro: «Fate attenzione a quello che ascoltate. Con la misura con la quale misurate sarà misurato a voi; anzi, vi sarà dato di più. Perché a chi ha, sarà dato; ma a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha».

Il commento

Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto?” (4,21). La parabola del seminatore, che ieri abbiamo meditato, presenta il volto di un Dio che infaticabilmente semina la Parola, un Dio ostinatamente fedele ai suoi progetti. È consolante pensare che in ogni momento Dio è all’opera e continuamente spinge la storia verso il suo compimento. Questa immagine sprona anche noi, ci invita a non rimanere inerti dinanzi agli eventi, ci chiede di vincere l’incostanza e la pigrizia che spesso imprigionano il nostro slancio. La lampada non può restare nascosta ma deve essere posta in alto per far luce a tutta la casa. Allo stesso modo il Vangelo non può rimanere una convinzione personale ma deve illuminare la storia, deve rischiarare il cammino dei popoli. La tentazione più grave – e nello stesso tempo meno avvertita – è quella di chiudersi in se stessi, lasciarsi schiacciare dai problemi fino al punto da dimenticare la missione ricevuta. Ancora più grave è la scelta di chi impegna il tempo per cose di scarso valore e trascura l’unica cosa necessaria. Annunciare il Vangelo a tutti e in ogni occasione appartiene alla categoria delle cose assolutamente necessarie. Tutti sono chiamati a farlo, chi ha ricevuto la grazia non può nasconderla. Forse è bene precisare che sul candelabro non dobbiamo mettere noi stessi, secondo una tendenza fin tropo diffusa anche nella comunità ecclesiale, ma la Parola, cioè Dio stesso; non dobbiamo sottolineare le nostre capacità ma riconoscere che tutto viene dalla grazia. L’invito di Gesù chiama in causa anche il coraggio della fede. Annunciare il Vangelo in quel periodo – e ancora oggi in tanti luoghi – significa mettere a rischio la vita. I discepoli non cercano il martirio ma non hanno paura della morte. I santi hanno risposto fedelmente all’invito di Gesù. Anche loro forse hanno avuto paura ma hanno vinto anche la paura. Leggendo le storie dei santi non possiamo non arrossire di vergogna, guardando le nostre debolezze e quelle eccessive prudenze che talvolta ci tengono prigionieri. Oggi chiediamo la grazia di donare un po’ di luce.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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