13 febbraio 2019

13 Febbraio 2019

Ascoltate me

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 7,14-23)
In quel tempo, Gesù, chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». Quando entrò in una casa, lontano dalla folla, i suoi discepoli lo interrogavano sulla parabola. E disse loro: «Così neanche voi siete capaci di comprendere? Non capite che tutto ciò che entra nell’uomo dal di fuori non può renderlo impuro, perché non gli entra nel cuore ma nel ventre e va nella fogna?». Così rendeva puri tutti gli alimenti. E diceva: «Ciò che esce dall’uomo è quello che rende impuro l’uomo. Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

Il commento

Chiamata di nuovo la folla, diceva loro” (14,23). Gli scribi e i farisei venuti da Gerusalemme sono partiti, restano i discepoli e la folla. Cambia il modo di comunicare: con i farisei Gesù assume un tono polemico perché sono distanti anni luce e non sono per niente disposti al dialogo; alla folla, invece si presenta come un pastore buono che si preoccupa di dare il nutrimento essenziale. E difatti l’insegnamento qui viene proposto nella cornice di una confidenza, Gesù chiama la folla a venire presso di sé e spiega “di nuovo”: l’avverbio indica l’insistenza e la premura ma anche la responsabilità del Maestro che non vuole lasciare dubbi o perplessità. Egli sa bene che la sua dottrina è diversa rispetto alla tradizione. Per questo introduce la spiegazione con un’espressione quanto mai significativa: “Ascoltatemi e comprendete bene!” (7,14). Prima dei contenuti, è bene sottolineare il valore di queste parole che rappresentano, al tempo stesso, un’esortazione e un ammonimento. Potremmo tradurre: “Ascoltate me”. Come se dicesse: “Se volete capire, fidatevi di me, non vi lasciate ingannare da altre voci, ascoltate bene quello che ho da dirvi”. La sua Parola non ci porta nei sentieri del già detto ma è come una luce improvvisa che permette di guardare la realtà in modo nuovo.

L’ammonimento evangelico è di grande attualità. Dobbiamo purtroppo riconoscere che tanti battezzati sono assolutamente ignoranti nelle cose di Dio, conoscono poco o niente della fede. Non mi riferisco a quanti vivono ai margini dell’esperienza ecclesiale ma a quelli che frequentano la mensa eucaristica. Se non sono consapevoli della propria fede, come potranno diventare testimoni appassionati del Vangelo? E come potranno resistere dinanzi ad una cultura sempre più invadente che stravolge la grammatica della vita sociale? Oggi preghiamo per i vescovi e i presbiteri perché, sulle orme del buon Pastore, sappiano nutrire il popolo di Dio con il pane della verità.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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