Mamma-coraggio

Per amore del mio bambino

Caterina Morelli

di Giovanna Abbagnara

“La volontà di Dio rende tutto perfetto” amava ripetere Caterina Morelli, 37 anni, tornata alla casa del Padre nella notte tra il 7 e l’8 febbraio 2019. E perfetta è stata la sua vita. Un trionfo dell’amore accolto e vissuto nella prospettiva dell’eternità.

Giovane, solare, piena di vita. Una sposa innamorata del suo Jonata e dei figli nati dalla loro unione: Gaia e il piccolo Giacomo. Caterina fin da ragazza frequenta un gruppo di Comunione e Liberazione, studia Medicina e si innamora di Jonata. Dal loro amore nascerà nel 2010 Gaia. Il 16 giugno 2012, pronti per il grande passo, Caterina e Jonata si sposano. Pochi giorni dopo le nozze, scoprono di essere in attesa del secondo bambino. La gioia è grande ma dura poco. Quattro ore dopo la notizia della nuova gravidanza, arrivano gli esami su un nodulo al seno: una forma di tumore estesa e molto aggressiva. I medici le consigliano di abortire subito. Non è possibile rimandare le cure chemioterapiche. Ma Caterina si oppone con tutte le forze: custodirà quel figlio che porta in grembo. Interroga i suoi colleghi e decide di affidarsi alle cure dell’equipe dell’Istituto Oncologico di Milano che le prospettano una alternativa compatibile con la vita che porta nel grembo ma molto pericolosa per lei e la sua malattia. Caterina e Jonata accettano. Si sottopone a tutte le cure e anche ad un piccolo intervento fino al febbraio 2013 quando nasce il piccolo Giacomo. La gioia è immensa ma non c’è tempo da perdere. Caterina si sottopone a forti cicli di chemioterapia e nuovi interventi per impedire l’avanzare del tumore.  

Vive ogni cosa con una fede rocciosa e una grande forza di volontà. Riesce nonostante tutto a specializzarsi in chirurgia pediatrica ed entra a far parte dell’Ospedale domiciliare della Fondazione Ant, l’associazione che porta cure nelle case ai pazienti oncologici. Sembrava tutto avviarsi verso una felice risoluzione fino a quando nel 2015 il tumore si ripresenta in forma molto aggressiva: metastasi al fegato, al polmone, alle ossa. Caterina non è più operabile, può solo sottoporsi a pesanti cicli di chemioterapia. E lei li affronta con tanta serenità. Continuando a lottare, ad occuparsi dei suoi figli, della casa. Crea dei gruppi su Whatsapp con altri malati oncologici per aiutarsi e sostenersi vicendevolmente, accoglie nella sua casa a pranzo, grazie agli amici di CL, i poveri, i senza tetto per un piatto caldo. Insieme al marito aiuta tante coppie di sposi che hanno perso la fede.

Tutto è vissuto alla luce della preghiera. Insieme a Jonata, il suo sposo, si reca in pellegrinaggio a Lourdes e Medjugorje dove conosce e stringe amicizia con tanti malati che lì si recavano per chiedere alla Santa Vergine, la guarigione. «Non si è mai rassegnata – ha dichiarato tra le pagine di Avvenire don Filippo Belli che ha conosciuto Caterina –, chiedeva continuamente e faceva chiedere a Dio la guarigione, ma soprattutto non ha smesso un istante di chiedere la santità per sé e per la sua famiglia». Una santità che si può quasi toccare nell’ora più buia. Nel settembre 2018 la sua salute peggiora: metastasi al cervello. La fine è ormai è vicina e Caterina, da medico, lo sa bene. Chiede per questo di anticipare la prima comunione di Gaia. Vuole esserci. Vuole partecipare alla gioia della sua bambina che per la prima volta incontra Gesù. Il 26 gennaio 2019 è festa. Gaia riceve la sua Prima Eucarestia. 12 giorni dopo, la sua mamma entra in coma. Sono giorni di intensa preghiera, diversi sacerdoti si alternano intorno al suo letto per celebrare l’Eucarestia. «Qui c’è veramente un angolo di paradiso sulla Terra» hanno detto i frati, Servi di Maria, della Santissima Annunziata quando sono andati a portarle la Comunione nel suo letto.

Caterina è tornata al Padre felice di aver vissuto pienamente la sua vita. Al suo funerale, celebrato sabato 9 febbraio nella Basilica della Santissima Annunziata a far festa con lei c’erano tantissime persone. La sua bara era circondata da tanti bambini. Le campane a festa. I fuochi di artificio degli amici. Davanti alla chiesa uno striscione: “Cate sei volata nel cielo di Firenze per renderla più luminosa e bella”. E luminosa è stata la sua vita attraversata dal desiderio di fare sempre e comunque la volontà di Dio.




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