5 marzo 2019

5 Marzo 2019

Pronti a lasciare

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 10,28-31)
In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».

Il commento

Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito” (10,28). La vicenda del giovane che ha rifiutato l’invito del Maestro ha lasciato un’ombra, Pietro vede l’amarezza sul volto di Gesù e sente il bisogno di rassicurarlo, con parole solenni afferma che può sempre contare su di loro. Nella frase troviamo due verbi – lasciare e seguire – che possiamo considerare come i pilastri essenziali dell’esperienza di fede. Nella logica evangelica, il verbo lasciare viene prima di seguire, anzi è la premessa necessaria della sequela. Non poche volte il cammino della fede è frenato proprio dall’essere eccessivamente attaccati ai beni. E non mi riferisco solo a quelli materiali. Don Zeno Saltini (1900-1981), fondatore di Nomadelfia fa questo esempio: una barca è ferma al molo, legata con dieci corde, se non la sciogliamo dai legami come potrà prendere il largo? E se anche fosse sciolta da nove corde e ne rimane una sola, potrà forse iniziare l’avventura? Se non ci liberiamo dai lacci, nonostante la buona volontà, la sequela rimane una bella utopia. Fin quando saremo attaccati a noi stessi, non sperimenteremo mai quella libertà che viene dall’essere aggrappati unicamente alla Provvidenza di Dio. Il Vangelo chiede di lasciare tutto ciò che abbiamo, progetti compresi, per accogliere Dio come l’unico Bene. San Leone Magno dice che gli apostoli ci insegnano la “gioia di non avere nulla e di possedere tutto con Cristo”. A volte i beni sono una maschera che nascondono il nostro vero volto. Solo chi perde tutto, ritrova autenticamente se stesso perché impara a guardarsi nello specchio di Dio. Questa Parola ci viene consegnata alla vigilia del tempo quaresimale, tempo propizio per rinnovare il nostro impegno di rinnovamento. La conversione del cuore passa attraverso la purificazione e il distacco. Se non siamo pronti a lasciare ciò che abbiamo, non possiamo diventare ciò che Dio vuole. Con l’umiltà di chi conosce la propria fragilità, oggi chiediamo la grazia di rinnovare la nostra fedeltà con le parole dell’apostolo Pietro.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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1 risposta su “Pronti a lasciare”

Molti di noi vorremmo seguire ma non siamo disposti a lasciare,proprio come quel giovane. Ma l’imperativo è lasciare.
È difficile!

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