Il senso del dolore Nel buio del male, il senso più profondo degli affetti Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 5 Marzo 2019 Nessun commento su Nel buio del male, il senso più profondo degli affetti di Michela Giordano Una notizia negativa sconvolge la mia famiglia. In un attimo è tutto un gran caos da risistemare. Ti chiedi perché e poi, nel baratro, riscopri il senso vero delle cose e delle persone. Sono così stanca in questi giorni. Stanca e preoccupata, piena di affanni: in famiglia c’è un’emergenza sanitaria e la casa è tutta da riorganizzare. Io e le mie sorelle arriviamo a fine giornata con un solo desiderio, dormire e riposare, se possibile. Nei primi momenti, almeno per me, la tentazione è stata quella di urlare: “Ma perché a noi?”. Quando vedi soffrire qualcuno che ami, la sensazione è che tu solo conosca il dolore; che non esista, nell’universo, nessun altro che combatta la medesima battaglia. Ti accartocci attorno a quella sofferenza e ne fai benzina per alimentare la terribile macchina dell’aggressività. Basterebbe guardarsi attorno, spingere oltre se stessi lo sguardo, per capire che è tutto sbagliato: in ogni casa c’è una croce da portare, non c’è famiglia che non affronti affanni e sofferenza. Nessuno ha il primato del dolore. E allora c’è poco da fare: quando si incappa in una sfida occorre affrontarla, mettendoci impegno e grinta. Basta lamentarsi e… vada come vada. Che poi non è tutto male nel male. Lo avevamo già sperimentato 10 anni fa con la malattia di papà, lo stiamo riscoprendo oggi, noi sorelle: al cospetto della sofferenza, siamo più unite, più forti. Non c’è spazio per recriminazioni o lacrime: insieme ci diamo la determinazione giusta per fare tutto quello che c’è da fare. Leggi anche: Dolore: patire, pregare, fare: ecco come diventa fecondo Non siamo sole. Tanto affetto ci sta accompagnando. Ci arriva tutto, avvolgente come una carezza. Tante preghiere ci sostengono. Ci aiutano a non vacillare. Nel male scopri il bene di rivedere l’elenco delle priorità, di lasciare andare il superfluo, di ritrovare il senso più profondo degli affetti di familiari e amici. Troppe cose diamo per scontate. Tutti dovrebbero entrare, almeno una volta nella vita, (da visitatori, per carità) in un reparto oncologico: impareremmo a non lamentarci d’o’ superchio, come diceva mia nonna. Quanta umanità in questi luoghi di dolore. Si crea, tra personale, pazienti e familiari, una piccola comunità che si scambia angoscia e speranza, paura e grinta. Sorvolo sulle difficoltà di trovare un aiuto retribuito e contrattualizzato in casa: mi si è aperto un mondo, davanti, fatto di tanta brava gente, desiderosa di lavorare, ma anche di furbetti, che volevano sommare una paga a nero a pregresse o future forme di sostegno dallo Stato. È stato più complicato del previsto, ma questo lo sapevo già: il rispetto delle regole rende, spesso, la vita più complicata. Ma va bene così. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag Affetti, dolore, Male, Senso ANNUNCIO ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: Alessandro D’Avenia: la violenza della pornografia consuma i nostri ragazzi La risurrezione è necessaria. Pensaci, quando fai gli auguri di Buona Pasqua È possibile una “corte continua” nel matrimonio? Ne parlano Antonio e Luisa De Rosa Violenza di genere in adolescenza: cosa svela un’indagine di Save The Children “Mio figlio, oggi, è più vivo di prima”: così la mamma del beato Carlo Acutis La Croce annuncia che solo l’amore vince Nei frammenti della storia. Don Mario Vassalluzzo, giornalista e comunicatore San Paolo vuole che la donna sia “sottomessa”? Riflettendo sulla Lettera agli Efesini “Il mio bambino è la cosa più vicina al Cielo che io abbia mai visto” Maternità surrogata: a Roma una Conferenza Internazionale per l’abolizione universale