15 marzo 2019

15 Marzo 2019

Azzerare i conflitti

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,20-26)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: Stupido, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: Pazzo, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

Il commento

Lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello” (5,24). La pedagogia quaresimale intreccia preghiera e carità fraterna. La preghiera non può diventare un’esperienza intimistica che ci chiude nell’abbraccio con Dio. Se l’incontro con Dio è autentico, apre il cuore ai fratelli, vince il nostro ostinato e radicato individualismo. Se vogliamo essere seminatori di pace e di speranza nel mondo, dobbiamo iniziare a costruire rapporti umani più autentici con le persone che incontriamo ogni giorno, quelle che fanno parte del nostro piccolo mondo. Non è facile né scontato perché la vita è inquinata dal male, il peccato insidia le migliori intenzioni. I conflitti sono inevitabili. Inutile lamentarci e/o attribuire agli altri la colpa. Il facile giudizio può diventare una trappola mortale che alimenta una progressiva chiusura. Gesù chiede di vincere l’istintiva collera e invita a cercare la via della riconciliazione. Sempre e comunque. Qui non si parla genericamente del prossimo ma del fratello, si fa dunque riferimento ai battezzati con i quali condividiamo l’esperienza di fede. In questo caso la comunione fraterna è presentata come un bene assoluto che viene prima di ogni altro obiettivo, precede anche la liturgia. Commenta san Giovanni Crisostomo, un vescovo del quarto secolo: “Dio trascura il suo onore in favore della carità verso il prossimo”. E traduce così il comando evangelico: “S’interrompa il mio culto, affinché permanga la tua carità, poiché è un sacrificio anche la riconciliazione verso il fratello”. Questa via appare difficile, talvolta impossibile. Beati quelli che accolgono questa Parola con gioia e s’impegnano a metterla in pratica: se cerchiamo in stare in pace con tutti, possiamo sperimentare fin d’ora un frammento di quell’eterna beatitudine in cui tutti i santi sperimentano la gioia della comunione. Oggi chiediamo la grazia di azzerare i confitti e ricucire i rapporti più problematici per fare della Pasqua un segno di quella riconciliazione che Dio ha donato all’umanità per mezzo della croce.

 



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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