3 aprile 2019

3 Aprile 2019

Vivere da figli

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 5,17-30)
In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: «Il Padre mio agisce anche ora e anch’io agisco». Per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo, perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse loro: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso far nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato».

Il commento

Il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre” (5,19). I Giudei prendono sul serio le parole di Gesù e lo accusano perciò di essere un bestemmiatore perché si presenta in tale comunione con Dio da far pensare di avere la sua stessa identità (5,18). Non si tratta di linguaggio simbolico e provocatorio ma di una parola che rivela la sua realtà più profonda. L’evangelista riassume l’annuncio cristologico nell’appellativo Figlio, utilizzato in forma assoluta, che significativamente ritorna 10 volte in questo brano (5, 17-30). Un’insistenza che non può essere considerata casuale. Gesù si presenta come il Figlio che compie fedelmente tutto e solo ciò che il Padre chiede. In queste parole intravediamo qualcosa del mistero che avvolge la santa Trinità. Ma possiamo anche rileggere la nostra umanità. D’altra parte se Gesù è “vero Dio e vero uomo”, come insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 464), nella misura in cui rivela il volto di Dio, svela anche quello dell’uomo. Gesù si pone dinanzi al Padre in atteggiamento di amorosa sottomissione, ascolta e compie fedelmente quello che gli viene chiesto. Nell’identità del Figlio Unigenito, risplende la nostra umanità. Siamo infatti figli di Dio ad immagine dell’unico Figlio (Rm 8,29); e come Lui, siamo chiamati a metterci dinanzi a Dio con lo stesso atteggiamento obbedienziale. Questo Vangelo ci invita perciò a fare una più attenta verifica: davvero abbiamo il desiderio di ascoltare ogni giorno quello che il Padre vuole comunicarci? Il nostro orizzonte di vita è disegnato dai nostri gusti o dalla Parola che viene da Dio? Davvero cerchiamo la volontà di Dio come il pane quotidiano di cui non possiamo fare a meno? Essere figli è una grazia, un dono gratuito di Dio. Diventare figli, cioè vivere da figli, è invece un impegno e una responsabilità. Se vogliamo camminare su questa via dobbiamo riconoscere la nostra radicale dipendenza da Dio. Una preghiera semplice per iniziare questa nuova giornata: Tutto ricomincia da Te, Padre. Tutto risplende nel tuo Figlio e tutto si compie nello Spirito che fa nuove tutte cose. Amen.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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