16 aprile 2019

16 Aprile 2019

La più grande tristezza

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 13,21-33.36-38)
In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». I discepoli si guardavano l’un l’altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò il boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte. Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire». Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte».

Il commento

Gesù fu profondamente turbato [etaráchthē tō pneúmati]” (13, 21). È una scena carica di umanità. Il Rabbì di Nazaret vive con infinito dolore il tradimento e la fuga del discepolo. L’evangelista usa lo stesso verbo [tarássō] per descrivere la profonda emozione che Gesù prova quando si trova dinanzi alla tomba dell’amico Lazzaro (Gv 11,33). Lo stesso verbo serve per rappresentare l’agitazione dei discepoli quando vedono Gesù camminare sul mare (Mt 14,26). Il Figlio di Dio vive con intima partecipazione gli eventi, è coinvolto anche sul piano emotivo. Il suo turbamento non è legato ai fatti che stanno per accadere ma esprime l’amore per il discepolo che si prepara a tradirlo. Gesù lo guarda con grande tristezza perché, staccandosi da Lui, Giuda rovina la sua vita. Il Maestro non è ripiegato su se stesso, anche nel momento più doloroso il suo pensiero è tutto rivolto al discepolo. “Uno di voi mi tradirà” (13,21): non è facile dire queste parole! Gesù non parla dei farisei che fin dall’inizio lo hanno avversato, non si riferisce ai sommi sacerdoti che tramano contro di Lui. “Uno di voi” significa: “uno che ha condiviso con me il ministero pubblico, ha ascoltato le mie parole, ha visto i segni da me compiuti”. Le parole del Maestro suscitano un ingenuo stupore nella comunità apostolica (13,22), i discepoli si guardano l’un l’altro, non sapendo di chi parlasse, anzi non riescono neppure a immaginare che qualcuno possa avere un tale proposito. Nel dire quelle parole Gesù tradisce tutta la sua agitazione interiore. Non c’è traccia di sdegno, c’è solo una grande amarezza che però non rinuncia alla speranza. Il suo destino è segnato, la sua preoccupazione è tutta rivolta al discepolo. In un’intensa meditazione biblica, don Primo Mazzolari si chiede: “Chi pesa di più sul suo cuore, Giuda o Giovanni? Pilato o il Cireneo? Il buono o il cattivo ladrone? C’è un infinito bisogno di salvezza in ogni creatura: c’è un’infinita accondiscendenza nel Signore” (Emmaus, Vicenza 1981, 26). Quella sera Gesù offre a Giuda l’opportunità di fare un passo indietro. La sua parola non scalfisce un cuore già indurito dal male. Un ammonimento per tutti.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.