Amore

di Miriam Incurvati, psicologa

Perché ci innamoriamo?

1 Maggio 2019

coppia

In un periodo storico e un contesto culturale dove sembra dominare l’individualismo e l’esclusivo bisogno di soddisfare i propri bisogni, è utile rispolverare le radici del nostro bisogno di amare e di essere amati.

Eccoci qui a proseguire il nostro viaggio nel fantastico e un po’ misterioso pianeta amore. Nell’articolo precedente abbiamo osservato come l’amore sia un’esperienza positiva e rigenerante che tuttavia può seguire la rotta del tempo e dello spazio in cui viviamo. Tuttavia, la nostra idea di amore, la qualità delle nostre relazioni e il nostro modo di rapportarci all’altro si costruisce sulla base di altri rilevanti fattori.

Buss nel 1990 ha svolto un’interessante ricerca su un campione di 37 culture chiedendosi in base a quale criterio uomini e donne sono attratti istintivamente e scelgono il proprio partner. Il dato che emerge in modo trasversale è che le donne sono centrate sull’aspetto fisico, sulla personalità (in particolare nei tratti di dominanza e sicurezza dell’uomo) e sulla posizione sociale. Diversamente l’uomo sceglie in base al corpo (con attenzione al seno e ai fianchi) e l’età, con una predilezione per i vent’anni. Osservando queste caratteristiche in un’ottica evoluzionista possiamo notare che simili

tratti nella donna sono indice di prosperità e rendono l’uomo potenzialmente capace di proteggere la sua famiglia. Visto che si tratta di un dato ritrovato in campioni di popolazioni di diverse culture, possiamo ipotizzare sia indicativo di un primo rilevante fattore che ci orienta nella scelta del partner: il desiderio di mantenere la continuità della specie. In un periodo storico e un contesto culturale dove sembra dominare l’individualismo e l’esclusivo bisogno di soddisfare i propri bisogni, mi sembra utile partire da una simile constatazione. Siamo spinti ad “accoppiarci” per una primordiale necessità di preservare l’umanità, di fare famiglia e di fare figli.

Leggi anche: Mito della favola romantica o stare bene finché dura: tu che amore cerchi?

Certamente si tratta di una prima constatazione che non esaurisce il complesso e ricco mondo dell’amore. In effetti, la dimensione sessuale e fisica ne rappresenta solo una piccola dimensione. Possiamo muoverci verso un secondo focus se pensiamo al desiderio di ricevere e dare amore molto precoce nella vita, quello che sente anche il bambino. Negli studi sui primati è stato dimostrato che la ricerca della mamma non è solo legata alla soddisfazione dei bisogni di fame, ma anche alla necessità di essere protetti, accuditi, di sentirsi amati. Harlow, infatti, nei sui famosi esperimenti ha osservato come le scimmie ricercassero, in condizioni di pericolo, una bambola di scimmietta in tessuto piuttosto che quella in ferro. Il bisogno dei cuccioli non era solo del cibo ma anche di protezione, di calore, di cura. Una simile esperienza ci accomuna alle scimmie. Le prime relazioni fondamentali che l’uomo sperimenta sono con i suoi genitori, con chi si è occupato di lui. Gli studi sull’attaccamento arrivano ad affermare che questa fondamentale relazione sia l’esito di una motivazione innata nell’essere umano presente sin dalla nascita e che sia matrice dei successivi legami di attaccamento anche in età adulta. L’attaccamento con i nostri genitori ci ha fornito un modello, ci ha insegnato a stare in relazione con l’altro, ci ha fatto costruire un’immagine di noi stessi. Un’esperienza primaria, perché relativa ai primi anni di vita, e così profonda da rimanere iscritta nella nostra esperienza. Tuttavia, altri studi mettono in evidenza come relazioni costruttive lungo la vita riscrivono le connessioni cerebrali relative alle esperienze passate. Il rapporto con un’insegnante, avere amicizie importanti, consolidare una storia d’amore, intraprendere un percorso psicoterapeutico, simili legami sono in grado di riscrivere le connessioni cerebrali relative alle esperienze passate. Quindi, per ogni situazione, anche la più difficile, è possibile pensare ad esperienze che possono ristabilire un equilibrio e maggiore benessere nella persona.

In questo articolo, ho voluto mettere in evidenza due aspetti a mio avviso rilevanti e spesso sottovalutati, che ci dirigono ed orientano nel nostro sviluppo affettivo: una tendenza a proseguire la sopravvivenza della nostra specie e un profondo collegamento con le nostre esperienze di base. Il punto di partenza è la consapevolezza, valutare gli elementi che ci influenzano e in qualche modo costruiscono la nostra persona. Gli step successivi sono tutti da impostare, sono lasciati alla vostra creatività. Nel prossimo articolo esploreremo altre componenti che influenzano il nostro modo di amare collegate questa volta alla nostra società.




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.