Annullamento del matrimonio

Francesco: “La Chiesa è madre ed ha a cuore il bene dei propri figli”

Papa Francesco

(Foto: giulio napolitano / Shutterstock.com)

a cura della Redazione

Ieri si è aperta l’Assemblea generale della CEI. Il discorso inaugurale del Santo Padre: “La Chiesa è madre ed ha a cuore il bene dei propri figli, che in questo caso sono quelli segnati dalla ferita di un amore spezzato”.

Il 20 maggio si è aperta ufficialmente la 73a Assemblea generale della Conferenza Episcopale Italiana. Come di consueto, il Santo Padre ha aperto la prima giornata di lavori con un discorso inaugurale molto intenso in cui non è mancato il riferimento alla riforma dei processi matrimoniali e all’attenzione alle famiglie ferite.

Tre i tipi di processo inseriti con la riforma del 2015 ordinario, breviore e documentale che si intrecciano all’esigenza di abbreviare i tempi e soprattutto i costi: “Questa riforma processuale è basata sulla prossimità e sulla gratuitàProssimità alle famiglie ferite significa che il giudizio, per quanto possibile, si celebri nella Chiesa diocesana, senza indugio e senza inutili prolungamenti. Il termine gratuità rimanda al mandato evangelico secondo il quale gratuitamente si è ricevuto e gratuitamente si deve dare (cfr Mt 10,8), per cui richiede che la pronunzia ecclesiastica di nullità non equivalga ad un elevato costo che le persone disagiate non riescono a sostenere. Questo è molto importante”.

Ma rilevante nel discorso di Francesco è anche l’importanza della funzione del Vescovo: “Il processo breviore ha introdotto così una tipologia nuova, ossia la possibilità di rivolgersi al Vescovo, quale capo della Diocesi, chiedendogli di pronunciarsi personalmente su alcuni casi, nei casi più manifesti di nullità. E questo poiché la dimensione pastorale del Vescovo, comprende ed esige anche la sua funzione personale di giudice. Il che non solo manifesta la prossimità del pastore diocesano ai suoi fedeli, ma anche la presenza del Vescovo come segno di Cristo sacramento di salvezza. Per questo il Vescovo e il Metropolita, con atto amministrativo, devono procedere all’erezione del tribunale diocesano, se ancora non sia stato costituito, e nel caso di difficoltà, possono anche accedere a un Tribunale diocesano o interdiocesano viciniore”.

Non manca alla fine il tratto caratteristico del Pontificato di papa Francesco, la vicinanza della Chiesa al suo popolo, è su questo punto infatti che il Vescovo di Roma sottolinea: “Non dobbiamo mai dimenticare che la spinta riformatrice del processo matrimoniale canonico, caratterizzata – come ho già detto sopra – dalla prossimitàcelerità e gratuità delle procedure, è volta a mostrare che la Chiesa è madre ed ha a cuore il bene dei propri figli, che in questo caso sono quelli segnati dalla ferita di un amore spezzato; e pertanto tutti gli operatori del Tribunale, ciascuno per la sua parte e la sua competenza, devono agire perché questo si realizzi, e di conseguenza non anteporre null’altro che possa impedire o rallentare l’applicazione della riforma, di qualsiasi natura o interesse possa trattarsi”. E alla fine il monito: “Il buon esito della riforma passa necessariamente attraverso una conversione delle strutture e delle persone; e quindi non permettiamo che gli interessi economici di alcuni avvocati oppure la paura di perdere potere di alcuni Vicari Giudiziari frenino o ritardino la riforma”.

Per leggere la versione integrale del documento clicca qui: http://w2.vatican.va/content/francesco/it/speeches/2019/may/documents/papa-francesco_20190520_cei.html

 




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