Smartphone

Lo smartphone è diventato come la coperta di Charlie Brown

smartphone

di Gabriele Soliani

Adolescenti e adulti di tutti il mondo sempre più schiavi dello smartphone. È diventato come la copertina di Charlie Brown: onnipresente. Tra le cause, i ricercatori ne hanno individuata una molto interessante: la noia.

La noia, che oggi non si sopporta più, può fare… brutti scherzi. I momenti cosiddetti vuoti della giornata possono infatti portare ad un utilizzo smodato e compulsivo dello smartphone. A identificare nello smartphone il modo più comune per “ammazzare il tempo” è stato un gruppo di ricercatori dell’Università di Washington in uno studio presentato il 7 maggio alla conferenza Acm Chi del 2019 su Human Factors in Computing Systems a Glasgow, in Scozia.

In generale le persone intervistate, che hanno preso parte alla ricerca, hanno avuto quattro momenti comuni scatenanti l’uso compulsivo dello smartphone: quando si sono trovati davanti a momenti vuoti in attesa di qualcuno, prima o durante compiti ripetitivi, in situazioni socialmente imbarazzanti o quando sapevano di dover ricevere un messaggio o una notifica. Momenti abituali della vita di tutti i giorni.

Gli studiosi, però, hanno anche individuato quali sono le occasioni che fanno interrompere questo utilizzo compulsivo. Per esempio quando arrivano richieste da parte del mondo reale, come incontrarsi con un amico, quando si rendono conto che sono stati molto al telefono o che stanno vedendo contenuti che avevano già visto. Il team è rimasto sorpreso nel constatare che i fattori scatenanti erano gli stessi in tutti i gruppi di età, sia per i più giovani sia per i meno giovani (hanno partecipato allo studio 39 persone dai 14 ai 64 anni).

Leggi anche: Dipendenza da smartphone negli adulti: dov’è finita la forza di volontà?

Quello stato d’animo che definiamo noia è l’incapacità di resistere a ciò che non ci interessa in quel momento. Per questo nasce nella psiche una certa irritazione, delusione, agitazione, paura… che non sappiamo gestire. Infatti si ricorre subito a “qualcosa da fare “ma non a qualcosa da pensare”. Da qui la compulsione che a volte diventa stile di vita. Oggi lo smartphone è come la “coperta di Charlie Brown“, personaggio immaginario della serie a fumetti a strisce Peanuts di Charles M. Schulz, dove Charlie Brown porta sempre con sé una coperta alla quale è particolarmente attaccato e che è entrata nella cultura popolare come modo di dire. L’abitudine ad usare lo smartphone diventa in breve tempo incontrollabile e governa la giornata, persino in chiesa. Gli adolescenti ne sono particolarmente “schiavi” e se osservano molti adulti fare lo stesso non impareranno mai a distaccarsene.

Eppure la noia è presente tante volte nella giornata ma andrebbe riempita con pensieri, sguardi, dialoghi, riflessioni, preghiera. Resistere alla noia è possibile e raccomandabile perché si impara pian piano a resistere ad altri stati d’animo, fra i quali non mancano quelli negativi, aggressivi, avvilenti. Occorre insegnarlo fin da bambini e, ovviamente, dare l’esempio.

 




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.