Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

27 maggio 2019

27 Maggio 2019

Uno che ha visto

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,26-16,4)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».

Il commento

Anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio” (15,27). La testimonianza della fede nasce da due elementi complementari: la presenza dello “Spirito della verità” (14,26) e l’incontro personale con Gesù. Solo chi ha vissuto con Lui “fin dal principio” e si è lasciato plasmare dallo Spirito, può fare della vita un annuncio luminoso. Quando si parla di testimonianza si fa riferimento alla vita più che alle parole. In realtà, il vocabolo greco mártys indica uno che visto e perciò può parlare. Vero testimone è una persona che non riferisce ciò che ha udito da altri ma ciò che ha visto di persona. Siamo chiamati a comunicare la fede a partire dall’esperienza personale che ciascuno vive. La fede come narrazione di un incontro. Una sorta di confessione pubblica. In quanto discepoli del Nazareno (Lc 24,19), la nostra testimonianza passa attraverso un fecondo intreccio di parole e opere. Sono due registri complementari, l’uno si appoggia sull’altro. L’annuncio verbale della fede non viene necessariamente dopo, come oggi si usa dire, come una sorta di appendice o di conferma; ma accompagna e illumina la testimonianza. È vero che l’esperienza vissuta scuote la coscienza assai più di tante parole; ma non dobbiamo rinunciare a comunicare la fede attraverso parole e/o segni. Gesù ha chiesto ai discepoli di annunciare il Vangelo (Mc 16,15), anzi ha espressamente comandato di insegnare (Mt 28,20). La parola non deve essere subordinata alle opere, essa appartiene di diritto alla testimonianza della fede. Questa parola però non può limitarsi ad essere una convinta proclamazione della dottrina ma deve avere la forma di una testimonianza appassionata che coinvolge tutta la persona. Solo così essa parla al cuore di chi ascolta. La testimonianza della fede, in ultima analisi, è dono dello Spirito: è Lui che ci rende audaci e suggerisce le parole da dire; è Lui che ci conferma nella testimonianza anche quando appare l’ombra della persecuzione. Oggi chiediamo la grazia di accogliere lo Spirito per fare della nostra vita un segno visibile e un annuncio eloquente di Gesù.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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