Cardinale Sgreccia

Addio Cardinale Sgreccia, padre della bioetica italiana

Cardinale Elio Sgreccia

a cura della Redazione

È stato uno dei massimi esponenti della bioetica a livello nazionale ed internazionale. Teologo, scrittore, saggista e docente universitario, il Cardinale Elio Sgreccia è morto questa mattina nella sua casa romana. L’Accademia per la Vita: “Proseguiremo sulla strada tracciata da lui per fornire risposte alle domande di senso dell'umanità nostra contemporanea”.

È morto oggi, alla vigilia del suo 91esimo compleanno, il Cardinale Elio Sgreccia, padre della bioetica cattolica italiana e uno dei maggiori bioeticisti a livello internazionale.

Nato il 6 giugno 1928 a Nidastore, frazione di Arcevia, in provincia di Ancona, ordinato sacerdotale nel 1952, nel 1973 è chiamato a Roma, alla Facoltà di Medicina e Chirurgia «Agostino Gemelli» dell’Università Cattolica in qualità di assistente spirituale. Sono anni difficili, quelli della contestazione studentesca e degli accesi dibattiti sull’aborto, e Sgreccia, già impegnato nella rivista «Medicina e Morale», si dedica con passione alla fondazione di un Centro studi sulla famiglia.

Quando, dopo la nascita della prima bimba in provetta, il Consiglio d’Europa costituisce il primo «Comitato ad hoc di esperti sui problemi etici e giuridici della genetica umana» Sgreccia segue i lavori a nome della Santa Sede. Nei primi anni Ottanta inizia a insegnare bioetica tenendo una serie di seminari, sempre presso la Cattolica di Roma. Nel 1984, lavorando giorno e notte durante le vacanze estive, compone il celeberrimo «Manuale di Bioetica», un’opera che ha formato centinaia di bioeticisti in Italia e nel mondo (è stata tradotta in una ventina di lingue).

Schieratosi «per il personalismo di Paolo VI, del Concilio Vaticano II, di Maritain, di Mounier e di una serie di altri autori», rammentando le riflessioni di quell’estate, scrive: «Mi pronunciai per una fondazione metafisica dell’etica secondo cui l’uomo è uomo dal primo momento in cui si costituisce l’esistenza, e cioè dal concepimento: da quel momento in poi quello che verrà fuori sarà uomo e non avrà altro destino che l’uomo; da quel momento lì è uomo in tutto il suo valore. Quello che conta non è il fare, non è l’avere (inteso anche come avere le facoltà intellettive, fisiche, ecc.) ma l’esserci, perché tutto il resto presuppone l’esserci, sono sviluppi successivi. Da qui formulai la fondazione filosofica che stavo cercando e che inserii nel Manuale: il personalismo ontologicamente fondato. Tutto quello che andavo dicendo e tutto quello che scrissi nel Manuale prendeva origine da questo presupposto filosofico».

Alla Cattolica si decide di istituire la cattedra di bioetica, la prima in Italia, e Sgreccia è il docente. Nel 1993 viene ordinato vescovo da Giovanni Paolo II che lo nomina segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia e, successivamente, vicepresidente della neonata Accademia per la Vita (di cui è stato presidente emerito sino alla morte).

Sgreccia, che nel 1994 è tra gli organizzatori del primo Meeting internazionale delle famiglie, continua a insegnare, scrive saggi e articoli, tiene conferenze e corsi ovunque nel mondo. Nel 2010 viene colpito da un infarto. Non si ferma: crea la Fondazione «Ut vitam habeant» (era il suo motto episcopale) e, con l’Associazione Donum Vitae, si dedica alla promozione della «pastorale della vita», tema che gli stava particolarmente a cuore.

L’Accademia per la Vita ha subito espresso il suo cordoglio diffondendo un comunicato in cui si legge: «Fin dalla costituzione della Pontificia Accademia, l’11 febbraio 1994, il cardinale Sgreccia è stato protagonista e anima coraggiosa e sapiente della nostra istituzione, sostenendo e promuovendo le attività di studio e tutela della vita umana di fronte alle sfide poste dalla tecnica e dal progresso biomedico». L’istituto si dice «riconoscente per il positivo e prezioso lavoro svolto dal cardinale Sgreccia e per il suo importante contributo sui temi scientifici e nel settore accademico, a beneficio del Magistero della Chiesa».

«La Pontificia Accademia per la Vita – recita ancora la nota – prosegue sulla strada tracciata con lungimiranza dal cardinale Sgreccia, con la stessa audacia nel cogliere i segni dei tempi e fornire risposte alle domande di senso dell’umanità nostra contemporanea».

 




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