Briciole di Vangelo - Tempo di Pasqua

5 giugno 2019

5 Giugno 2019

Doppia cittadinanza

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 17, 11b-19)
In quel tempo, [Gesù, alzàti gli occhi al cielo, pregò dicendo:] «Padre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perché siano una sola cosa, come noi. Quand’ero con loro, io li custodivo nel tuo nome, quello che mi hai dato, e li ho conservati, e nessuno di loro è andato perduto, tranne il figlio della perdizione, perché si compisse la Scrittura. Ma ora io vengo a te e dico questo mentre sono nel mondo, perché abbiano in se stessi la pienezza della mia gioia. Io ho dato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Non prego che tu li tolga dal mondo, ma che tu li custodisca dal Maligno. Essi non sono del mondo, come io non sono del mondo. Consacrali nella verità. La tua parola è verità. Come tu hai mandato me nel mondo, anche io ho mandato loro nel mondo; per loro io consacro me stesso, perché siano anch’essi consacrati nella verità».

Il commento

Io vengo a te. Padre santo, custodiscili nel tuo nome” (17,11). La vicenda terrena di Gesù sta per chiudersi nell’abbraccio di Dio. In questo momento la sua unica preoccupazione riguarda i discepoli, non solo quelli che lo hanno seguito ma tutti coloro che nei secoli riconosceranno in Lui il Signore della vita. In effetti, ci troviamo in una posizione scomoda: da una parte siamo stati segnati dal sigillo di Dio e siamo già diventati cittadini del Cielo; e dall’altra siamo ancora sulle terra e dobbiamo affrontare l’odio del mondo e le tentazioni del maligno (17, 14-15). Dobbiamo riconoscere che non è facile gestire questa situazione, non è facile intrecciare questa doppia cittadinanza: stare nel mondo senza mai dimenticare che apparteniamo a Dio, e a Dio soltanto. In questi casi è molto più facile tentare la via della fuga o quella del compromesso, rifugiarci in un mondo a parte oppure scendere a patti con la cultura mondana. Gesù non promette che saremo liberati dal male, anzi ci assicura che dobbiamo affrontarlo. Possiamo contare sulla sua incessante preghiera, possiamo invocare con fiducia la grazia dello Spirito, possiamo essere certi che la Provvidenza non mancherà. Tutto questo è vero ma… non possiamo evitare di entrare nella fornace ardente. Siamo nel mondo e saremo assediati dalle preoccupazioni materiali ma non dobbiamo dare credito ad una cultura che lega la felicità alle cose. La vita si presenta talvolta così problematica da alimentare scoraggiamento e disperazione. Non dobbiamo mai smarrire la speranza che, al di sopra delle nuvole, splende il sole di Dio. Noi siamo e restiamo in questa storia disordinata, segnata dal peccato, piena di conflitti e di errori. Dobbiamo restarci con il cuore di Dio, seminando a piene mani la vita di Dio. Dobbiamo abbracciare tutti per dire a ciascuno che Dio non abbandona nessuno. Dobbiamo lottare con tutti per annunciare che Dio non si stanca di costruire una storia nuova. Vogliamo stare nel mondo proprio perché apparteniamo a Dio. Vogliamo starci perché la vita è un bene troppo prezioso per sciuparlo inseguendo illusioni.

 



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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