12 giugno 2019

12 Giugno 2019

La porta d’ingresso

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5,17-19)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».

Il commento

Non sono venuto ad abolire la Legge o i Profeti, ma a dare pieno compimento” (5, 17). Prima di sottolineare la radicale novità che scaturisce dall’insegnamento di Gesù (5, 21-48), l’evangelista spiega il rapporto tra la storia d’Israele e quella che trova in Gesù il suo essenziale riferimento. Anche se possiamo individuare diverse tappe – la chiamata di Abramo, la Legge di Mosè, la parola dei profeti – una sola è la storia di salvezza voluta e realizzata da Dio. Gesù raccoglie e sigilla questa storia. In Lui tutto si compie. Questo annuncio è fondamentale, non può né deve essere sminuito né diluito in una prospettiva che presenta il cristianesimo solo come una proposta religiosa accanto alle altre. Gesù è la porta d’ingresso, la sua parola rappresenta il pieno compimento della vicenda d’Israele e del faticoso cammino dell’umanità. Questa certezza, che oggi appare meno granitica nella coscienza di fede, deve essere proclamata con maggiore convinzione. Noi sappiamo infatti che questo mondo, “creato e conservato nell’esistenza dall’amore del Creatore” è stato “dal Cristo crocifisso e risorto, con la sconfitta del maligno, liberato e destinato, secondo il proposito divino, a trasformarsi e a giungere al suo compimento” (Gaudium et spes, 2).

La legge della gradualità, che accompagna tutta la storia della Rivelazione, si applica anche alla vita personale. Il buon Dio, infatti, dona poco alla volta la sua luce. E lo fa solo nella misura in cui ci vede davvero disponibili. Se rileggiamo la nostra vita, possiamo individuare diverse tappe di quel cammino di fede che ha come obiettivo l’alleanza con Dio, cioè la piena comunione con Lui. Come un Maestro paziente, attraverso il ministero della Chiesa, Gesù ci prende per mano e ci conduce, attraverso passi successivi e coerenti, a vivere un’amicizia sempre più intima, fino a prendere possesso del nostro cuore. Se tanti sono i passi, una sola è la meta. Oggi chiediamo la grazia di fare di tutta la vita un continuo pellegrinaggio. In compagni di Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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