Disabilità

Che ne sarà dei nostri figli disabili “dopo di noi”?

Noi speriamo che ce la caviamo da soli…

di Ida Giangrande

A Tarquinia una iniziativa della Onlus “Semi di pace” sperimenta percorsi di autonomia per ragazzi con disabilità dal titolo “Noi speriamo che ce la caviamo da soli…”.

La disabilità non è un problema da affrontare ma una condizione da vivere imparando a farlo passo dopo passo. Una delle maggiori preoccupazioni dei genitori di figli con disabilità è proprio il domani. La domanda più frequente “cosa accadrà quando noi non ci saremo più?”. Una prospettiva che spaventa e a cui la società civile in qualche modo è chiamata a far fronte. È in questa logica che si colloca l’iniziativa della Onlus “Semi di pace” di Tarquinia (VT) promotrice di un progetto di sperimentazione di percorsi di autonomia per ragazzi con disabilità dal titolo “Noi speriamo che ce la caviamo da soli…”. 

Si tratta di un progetto finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali e che coinvolge tredici associazioni in dodici regioni nel tentativo di risposta alle disposizioni della legge 112/2016, nota come legge sul “dopo di noi”. Interessante il commento che la referente del progetto, Nina Maurizi ha rilasciato all’Agenzia Sir: “La nostra associazione ha sperimentato il primo progetto di autonomia nel 1995. Questo nuovo programma permette di strutturare meglio un servizio per cui l’obiettivo non è agire sull’emergenza ma lavorare per un percorso graduale verso l’autonomia”. 

Il progetto, che a livello nazionale interessa 52 persone con disabilità, 26 operatori e 108 volontari, a Tarquinia coinvolge 10 ragazzi con disabilità soprattutto psichiche dai 15 ai 25 anni, 2 operatori, una psicologa, 4 ragazzi del servizio civile e una serie di volontari. “Svolgono insieme attività bisettimanali come andare insieme a fare la spesa e imparare a gestire il denaro, prendere autonomamente i mezzi pubblici e orientarsi sul territorio, individuando e imparando a usufruire dei servizi – aggiunge Nina Maurizi – da settembre, quattro di loro faranno esperienza di autonomia abitativa in una casa al centro di Tarquinia. Alcuni dei ragazzi sono inoltre inseriti attivamente nelle iniziative dell’associazione, per favorire un reale inserimento nella società”.




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