CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

Via Amoris: un pellegrinaggio notturno per rinnovare il patto coniugale

8 Luglio 2019

coppia

Il patto nuziale è "terra santa". Per alimentare questa coscienza di fede e dare agli sposi la possibilità di rinnovare le promesse nuziali, la Fraternità di Emmaus propone la Via Amoris. L’appuntamento è per sabato 13 luglio, nella cornice liturgica dei santi Luigi e Zelia Martin, nella Cappella che a loro è stata dedicata.

Caro don Silvio, 

questa sera siamo tornati alla sorgente, nella chiesa dove abbiamo iniziato la nostra avventura nuziale, ci siamo ritrovati come famiglia ai piedi di Gesù Eucaristia, tutti insieme: io, mia moglie e le nostre due piccole bimbe. Non è la prima volta che ci poniamo in adorazione come famiglia ma ogni volta è sempre nuova. Le bimbe crescono e con il passar del tempo aumenta la loro resistenza e la loro pazienza, iniziano a riconoscere la presenza di Gesù in quell’ostia così piccola! Davanti a Lui, in accordo con mia moglie, mi lascio conquistare da Cristo in quel richiamo quotidiano. Sia chiaro, non sono io che faccio una cortesia a Lui o ad un movimento che da sempre ci invita alla partecipazione quotidiana alla celebrazione eucaristica ma sono io ad aver un insaziabile desiderio di grazie! 

[…] 

Oggi riconosco che non ho più alibi: il Signore ci ha donato due lavori che ci permettono di partecipare anche nella quotidianità della vita alla Santa Eucaristia. Voglio porre Cristo al centro della vita, al centro della nostra famiglia, da Lui voglio ripartire e attingere le grazie per resistere a ogni male, a ogni tentazione ed a ogni seduzione del principe di questo mondo! Porre Cristo al centro significa correre per quella via di santità che ognuno di noi tanto desidera, come ha chiaramente mostrato il mio Santo protettore e la moltitudine dei Santi! A voi affido questo desiderio, prima che possa essere rapito, nella preghiera reciproca, in questa notte della Santissima Trinità. 

 

È un giovane sposo che mi scrive, pochi anni di matrimonio ma tutti vissuti intensamente: la ricerca di un lavoro per dare stabilità alla famiglia, la fatica della comunione coniugale, i problemi quotidiani, la nascita dei figli e le preoccupazioni relative alla loro crescita… Tutto questo, e altro ancora, senza perdere di vista la sorgente da cui tutto ha origine e la meta ultima in cui tutto si compie, senza chiudersi nella casa dei propri progetti ma facendo dell’amore coniugale e dell’abitazione domestica un rifugio per quanti cercano Dio e/o hanno bisogno di ritrovare se stessi. 

Lettere come questa rallegrano il cuore e confermano, se mai ce ne fosse bisogno, che il cammino di fede dona agli sposi una marcia in più perché non solo custodisce e rafforza l’unità coniugale ma accresce la coscienza di essere partecipi e protagonisti di una storia che attraversa i secoli. La comunione coniugale perciò non è la meta ma la premessa per una vita spesa e consumata al servizio di Dio e del prossimo. 

L’esperienza di questa giovane coppia non è certamente rara ma neppure così diffusa nel panorama ecclesiale. Anzi, una valutazione onesta ci costringe a riconoscere che non sono molti gli sposi che accettano la sfida dell’amore, cioè s’impegnano davvero a vivere la coniugalità; e meno ancora quelli che sono disposti a fare del Vangelo la luce che rischiara il cammino coniugale e familiare. Prevale un atteggiamento piuttosto minimalistico.

Non sempre dipende dagli sposi. Anzi. Ci sono tante situazioni in cui non manca la buona volontà, manca invece da parte della Chiesa una proposta, manca un cammino che aiuti gli sposi a fare, uno alla volta, con fedeltà e coerenza, i passi indispensabili e quelle scelte essenziali che danno alla vita una forma evangelica. 

Riecheggiando le parole dell’apostolo Paolo, venticinque anni fa Giovanni Paolo II scriveva agli sposi: “Sposi e famiglie, ricordatevi a quale prezzo siete stati comprati!” (Gratissimam sane, 18). Sì, il patto nuziale è terra santa; la sessualità, che unisce gli sposi anima e corpo, è il grembo della vita; la casa domestica è dimora di Dio; il ministero genitoriale è comunicare la vita di Dio

Per alimentare questa coscienza di fede e dare agli sposi la possibilità di rinnovare il patto nuziale, la Fraternità di Emmaus propone la Via Amoris, un pellegrinaggio coniugale notturno in cui gli sposi, dopo un breve cammino vissuto separatamente, si ritrovano insieme ed entrano, mano nella mano, in chiesa per vivere la celebrazione eucaristica e consegnare di nuovo il loro amore nelle mani di Dio. Tutto questo avviene sabato prossimo, 13 luglio, nella cornice liturgica dei santi Luigi e Zelia Martin, nella Cappella che a loro è stata dedicata. 

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Proponiamo agli sposi un pellegrinaggio per ricordare che tutta la vita è un cammino fatto di tanti passi, piccoli e grandi. Mi pare una buona occasione per ringraziare il buon Dio per quanto ha già dato e per chiedere grazia per la storia ancora da costruire. 

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