11 luglio 2019

11 Luglio 2019

Dare credito

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 19,27-29)
In quel tempo, Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».

Il commento

Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?” (19,27). Una domanda legittima che nasce nel contesto di un insegnamento sulla ricchezza che appare piuttosto severo agli occhi dei discepoli (19, 23-26). Con parole quanto mai chiare Gesù annuncia che esiste una radicale incompatibilità tra sequela e beni materiali. Chi vuole essere e restare discepolo deve essere pronto a lasciare tutto. A nome di tutti, Pietro dichiara che i Dodici sono già incamminati su questa via. Chiede però di sapere quali saranno i frutti di questa scelta. La risposta di Gesù sconfessa ogni umana attesa: “quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele” (19,28). Queste parole rimandano ad un futuro lontano, che l’uomo non può misurare, un tempo che solo Dio conosce. È come se Gesù dicesse: “Oggi siete chiamati a dare tutto. Spetta a Dio, nel tempo stabilito, restituire con gli interessi. Siate certi che il dono sarà molto più grande di quello che voi potete desiderare”. Quanto più siamo liberi dagli interessi umani, tanto più faremo gli interessi di Dio. Chi è pronto a dare tutto, riceverà molto di più. Non basta credere, occorre dare credito, cioè fidarsi di Dio e lasciare a Lui il timone della vita. È questa la strada percorsa da san Benedetto (480-547). Nella “notte oscura della storia”, causata dalla caduta dell’impero romano, ha posto le radici di un grande e duraturo rinnovamento, le premesse di quello che sarebbe diventato il continente europeo. Benedetto non si è perso in sottili analisi socio-politiche, egli sapeva che il Vangelo è fonte di vita e di speranza. Ha fondato una comunità che fa della preghiera liturgica il cuore pulsante della vita. La contemplazione non distoglie l’attenzione dalla storia degli uomini. Anzi, rende ancora più sensibili e pronti a intervenire. Per questo, scrive san Gregorio Magno, divenne un “astro luminoso”, una luce che ancora oggi risplende. La sua testimonianza traccia una strada sicura, la sua intercessione ci aiuterà a percorrerla.

 



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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