13 luglio 2019

13 Luglio 2019

Diventare luce

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10, 24-33)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli: «Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia! Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze. E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo. Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri! Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

Il commento

È sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro” (10,25). Gesù insegna ai discepoli che la missione deve assumere la sua testimonianza come stile e misura della vita. E ricorda che andranno incontro alla diffamazione: “Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!” (19,25). Le parole che questo Vangelo oggi ci consegna non solo invitano a vivere la sequela con rigorosa fedeltà ma aprono un altro orizzonte e un’altra responsabilità. Chi cammina fedelmente sulle orme di Gesù, non solo è sicuro di trovarsi sulla via della vita ma diventa anche lui un maestro, cioè un testimone credibile che indica con chiarezza la strada. Non solo cammina nella luce, ma diventa luce. Non solo custodisce la fede ma accende la fede. Chi segue l’unico Maestro, fa della sua vita un’icona fedele di Gesù. Il cristiano non può limitarsi a proclamare il Vangelo. Troppo comodo! Deve essere lui stesso la dimora della Parola. Se veniamo meno non solo perdiamo l’aggancio con la vita di Dio ma non diamo agli altri la possibilità di ricevere la vita. Seguire Gesù non è facile, non lo è mai stato. Oggi più che mai. Gesù non promette onori ma persecuzioni. Chi cerca di evitare le difficoltà, non può essere un buon discepolo. Chi ha paura della croce non può diventare un buon maestro. La catechesi dei primi decenni non si perdeva in chiacchiere ma andava diritto all’essenziale: “Se facendo il bene sopporterete con pazienza la sofferenza, ciò sarà gradito a Dio… Cristo patì per voi, lasciandovi un esempio, perché ne seguiate le orme” (1Pt 2, 20-21). Gesù non inganna ma assicura che non verrà a mancare la forza dello Spirito Santo che sostiene nella prova e insegna a vivere l’abbandono fiducioso alla volontà del Padre. Il Vangelo invita a non vivere di illusioni e ricorda a chi sceglie di essere discepolo, che la sua vita sarà ancora più complicata. Ma ripete anche che non dobbiamo aver paura perché la certezza di camminare in compagnia di Dio, dona una forza più grande di tutte le difficoltà. È questa la fede che oggi chiediamo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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