20 luglio 2019

20 Luglio 2019

Non lasciarsi turbare

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 12,14-21)
In quel tempo, i farisei uscirono e tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. Gesù però, avendolo saputo, si allontanò di là. Molti lo seguirono ed egli li guarì tutti e impose loro di non divulgarlo, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta Isaia: «Ecco il mio servo, che io ho scelto; il mio amato, nel quale ho posto il mio compiacimento. Porrò il mio spirito sopra di lui e annuncerà alle nazioni la giustizia. Non contesterà né griderà né si udrà nelle piazze la sua voce. Non spezzerà una canna già incrinata, non spegnerà una fiamma smorta, finché non abbia fatto trionfare la giustizia; nel suo nome spereranno le nazioni».

Il commento

Ecco il mio servo, che io ho scelto” (12,18). Gesù si presenta con le misteriose parole seminate secoli prima da un anonimo profeta e poi raccolte nel libro di Isaia (Is 42, 1-7). In questa pagina possiamo intravedere qual è lo stile di Gesù e quale deve essere lo stile missionario della Chiesa e di ogni credente. Dobbiamo notare prima di tutto un evidente contrasto tra le intenzioni omicide dei farisei e il ministero terapeutico svolto da Gesù (12, 14-15). Da una parte chi progetta la morte dell’avversario; e dall’altro chi continua a seminare vita. L’ostinata e crescente opposizione delle autorità religiose non frena l’attività del Rabbì di Nazaret. Egli conosce i propositi malvagi dei suoi interlocutori. Eppure non si lamenta, non grida al complotto, non giura vendetta, non invita i discepoli a reagire con forza. Egli decide semplicemente di allontanarsi dalla Galilea per un po’ di tempo, per respirare aria pura. Ma non può restare nascosto, la gente lo segue ed egli offre a tutti quel sollievo che ha promesso (11,28). Se la Chiesa resta unita al suo Maestro, non si lascerà turbare dal male ma continuerà a seminare il bene. Ci sono eventi dolorosi che suscitano una legittimo inquietudine, in qualche caso anche paura e rabbia. Il male… fa male. Non dobbiamo però cedere all’odio né pensare di doverci opporre con la forza. La giustizia umana ha il compito di prevenire e dare sicurezza ai cittadini. I governi hanno il dovere di attuare con ferma determinazione una politica capace di impedire a chi opera il male di attuare le loro oscure trame. Tutto questo è legittimo e va fatto. Il compito affidato ai credenti è quello di manifestare la forza della carità. E dobbiamo farlo con la certezza, umile e determinata, che il bene seminato germoglia e produce altro bene. La fede ci rende certi che la voce della carità può essere soffocata ma l’amore non può morire. In fondo è questa la certezza che orienta i passi di Gesù. Oggi chiediamo la grazia di leggere gli eventi della vita con quello sguardo di fede che sa trarre il bene anche dal male.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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