CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

Ricevere l’Eucaristia insieme, mano nella mano. Perché?

12 Agosto 2019

Prima Eucaristia

(Foto: © Jorge Luis - Fotolia.com)

Nella lettera che oggi don Silvio ci consegna, suggerisce ad una coppia di fidanzati di vivere ogni gesto di amore nella luce di Dio. Anche quando si tratta di accostarsi insieme alla mensa eucaristica, suggerisce una novena all’Assunzione perché “è bello sapere che il fragile amore umano non è solo un gioco di sentimenti, sempre mutevoli, ma un’esperienza che vi immerge e vi rende partecipi di quella storia che Dio costruisce lungo i secoli”.

Cari amici, 

per spiegarvi questa lettera è necessario fare una premessa: nella Fraternità di Emmaus sposi e fidanzati hanno la buona abitudine di andare insieme verso l’altare per ricevere, mano nella mano, Gesù Pane di Vita. Non è un bel gesto scenografico ma un’espressione di una fede che riconosce nell’Eucaristia il cuore e la fonte dell’amore. Una giovane coppia di fidanzati mi ha chiesto se e quando era opportuno iniziare a vivere questa esperienza. Ho chiesto loro di prepararsi con una novena che inizia il 6 agosto e termina nel giorno della Vergine Assunta. In una lettera ho poi precisato come vivere questa novena. È una parola che rivolgo a tutti i fidanzati. La calura estiva sembra suggerire di tuffarsi nel mare del dolce far niente, noi invece contempliamo quella beata eternità che ci tiene aggrappati alla realtà.

 

Cara Filomena,

in questo giorno in cui la Chiesa contempla la Trasfigurazione incomincia il nostro piccolo pellegrinaggio orante, che troverà una sua prima tappa nel giorno dell’Assunzione della Vergine quando verrete insieme a ricevere l’Eucaristia mano nella mano.

Per gli altri questo sembra un gesto abituale o forse semplicemente romantico, ma tu sai che non è così: abbiamo la certezza che, mangiando l’unico Pane, noi diventiamo un solo Corpo. Questo piccolo segno ha una marcata impronta eucaristica, manifesta la fede in Colui che, solo, può unire due anime. È facile unire due corpi, difficile intrecciare due anime. Difficile ma non impossibile. È il frutto maturo di un lavorio interiore che chiede molto tempo e tanta preghiera. L’unità di una coppia è un fiore che sboccia al sole di Dio. Quando due anime sono unite, allora anche gli sguardi, le mani, gli abbracci, anche i corpi potranno unirsi perché l’amore investe tutto l’essere, anima e corpo.

Questo pellegrinaggio orante vi ricorda che il punto di partenza dell’esperienza affettiva non è la passione che si consuma in un attimo ma è la disponibilità a lasciarsi purificare dalla grazia, imparando a vedere nell’altro non semplicemente colui che risponde ad un bisogno soggettivo ma come un dono di Dio al quale io voglio donarmi. Questa prospettiva cambia radicalmente l’idea del fidanzamento: la visione romantica (due cuori e una capanna) lascia il posto a quella spirituale (noi, piccola e fragile realtà umana, dentro una Chiesa che sfida i secoli).

Cominciare un cammino di fidanzamento con questa intenzione significa sottrarlo alla superficiale emotività e metterlo su basi sicure, la roccia di cui parla il Vangelo (Mt 7,24-27). È chiaro che il sì iniziale, per quanto sincero, non basta se non viene poi confermato, passo dopo passo, da tanti altri sì. Se avete questa determinazione, vedrete le meraviglie di Dio.

La Chiesa ci insegna che attraverso Maria possiamo più facilmente arrivare a Gesù. Apparentemente il cammino che vi apprestate a fare sembra dire il contrario: iniziamo nel giorno della Trasfigurazione per arrivare all’Ascensione della Vergine. In realtà la novena che oggi cominciate ha una forte impronta mariana: pregate ogni giorno il Rosario, chiedete alla Vergine che vi unisca profondamente in Gesù, che vi faccia scoprire Lui come un bene essenziale, anzi il Bene indispensabile. Questo cammino trova la sua tappa nel giorno dell’Assunzione, quando la Chiesa contempla e annuncia che la carne di Maria è stata assunta nella gloria. Tutta la sua umanità avvolta nella luce di Dio. Un segno bellissimo, un annuncio e una garanzia che il nostro cammino, nonostante le fatiche e le oscurità, anzi proprio attraverso questi sentieri, approderà un giorno nella luce senza tramonto. È fondamentale custodire fin d’ora questa certezza come una luce che orienta tutti i successivi passi.

Quel giorno vi presenterete insieme alla mensa per nutrirvi del Pane eucaristico e chiederete che il vostro amore duri per sempre. Per sempre e non solo per tutti i giorni della vita. È bello sapere che il fragile amore umano non è solo un gioco di sentimenti, sempre mutevoli, ma un’esperienza che vi immerge e vi rende partecipi di quella storia che Dio costruisce lungo i secoli.

Vivete con intensità questi giorni e date un valore ai piccoli gesti oranti. Chiedete al Signore la grazia di un amore purificato e fecondo, un amore che permetta a ciascuno di voi di santificarsi. Il buon Dio si lascia facilmente commuovere quando vede che i suoi pregano con umiltà. Lui, che si è fatto piccolo e povero per amore nostro, vi colmerà di gioia e riempirà di vita i giorni terreni.

Accogli queste parole con quella fede che già ti appartiene e rispondi con quella generosità che tante volte hai già manifestato. Il Signore colmerà di gioia la tua e la vostra vita.

Buon pellegrinaggio.

Don Silvio




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