Nadia Toffa è stata un varco di luce

Di Giovanna Abbagnara

Questa mattina alle 10.30 nel Duomo di Brescia si terrà la Messa, presieduta da don Maurizio Patriciello per l’ultimo saluto a Nadia Toffa, giornalista e conduttrice del programma “Le Iene” che dal 2017 ha lottato contro un brutto cancro riscoprendo nel dolore la presenza di Dio.

Spopolano in questi giorni sui social le foto di Nadia Toffa, conduttrice televisiva di un noto programma di inchiesta. La vediamo sempre sorridente, tenace, combattiva. Nei giorni di sole come quelli oscuri e difficili della malattia. Un drago che ha voluto combattere rendendo partecipi tutti della sua lotta perché come ha testimoniato Fabrizio Gardina, il suo fisioterapista e amico, Nadia “ha vissuto con dignità e senza mai vergogna di mostrarsi al pubblico, perché quello che faceva non era per se stessa ma per aiutare tutte quelle persone che come lei vivevano con difficoltà la malattia”.

Sì, Nadia era una guerriera, come l’hanno definita i suoi amici e colleghi. Di battaglie ne aveva combattute tante. Di alcune poco condivisibili come quelle a favore della maternità surrogata ma altre molto importanti: dalle inchieste sull’Ilva di Taranto a quelle sui disordini alimentari come l’anoressia; dalla Terra dei Fuochi, accanto alle mamme che avevano perso un figlio all’inchiesta sulla prostituzione minorile a Bari.

Ma nel gennaio 2017 arriva l’appuntamento con la battaglia decisiva, quella sua personale, contro un cancro bruttissimo che le consuma ogni energia fisica. Ma proprio nell’ora della malattia, Nadia incontra Dio e lo ringrazia, vive il tumore come un dono, una croce da portare e non ha timore di annunciarlo.Dai microfoni di una nota trasmissione televisiva, con il volto gonfio dalla chemioterapia e dai medicinali il 12 ottobre scorso Nadia disse: “Il Signore ci mette di fronte a delle sfide che possiamo affrontare e questa è la mia. È il mio fardello. Il Signore mi ha dato una sfida che potrò non vincere ma l’importante è mettercela tutta, combattere sempre.Ho impiegato dei mesi a raggiungere questa consapevolezza, mesi d’introspezione, dolore e sofferenza, ma non voglio che la gente provi pena per me. Se piango lo faccio con i miei amici, non in pubblico”. In questa lunga intervista, Nadia racconta molto di sé, della sua vita, parla di prova, di fardello, di lotta per comprendere che il cancro era un’opportunità per lei, per essere migliori: “Ognuno vive le sue sfide e, lo ripeto, il Signore non è cattivo. Ci stimola, ci spinge a essere persone migliori”.

La malattia vista non come una disgrazia, una sfortuna: “All’inizio mi chiedevo: perché proprio a me? Chi è che vuole il cancro? Nessuno. È una brutta notizia. Ma poi mi sono detta: perché non a me?Questo è il mio dolore, me lo devo portare”. Un annuncio di speranza che entra in milioni di case attraverso la televisione e testimonia la grandezza di Dio e il suo misterioso disegno per ognuno di noi.

Il male non vince la sua battaglia contro Nadia. Agli occhi del mondo ha portato via una giovane donna, bella e brava nel fiorire dei suoi anni ma con gli occhi della fede vediamo una donna che si è lasciata raggiungere da Dio, dal suo amore. Ha vissuto pienamente gli ultimi mesi con una forza incredibile confermando le parole di papa Francesco nella Lumen Fidei quando scrive che anche la sofferenza e la morte ricevono un senso dall’affidarsi a Dio: «All’uomo che soffre, Dio non dona un ragionamento che spieghi tutto, ma offre la sua risposta nella forma di una presenza che accompagna, di una storia di bene che si unisce ad ogni storia di sofferenza per aprire in essa un varco di luce».

E Nadia è stata un varco di luce.




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