17 agosto 2019

17 Agosto 2019

Alleanza educativa

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 19,13-15)
In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono. Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli». E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.

Il commento

Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me” (19,14). Gesù interviene con autorità e decisione, la scena che ha visto lo rattrista e lo inquieta. Anche se animati da buone intenzioni, i discepoli allontanano i genitori che vengono con i loro piccoli per chiedere una benedizione. Rispetto a Marco, il primo evangelista attenua il rimprovero che il Maestro rivolge ai discepoli ma le sue parole non sono meno severe. In greco troviamo il verbo aphíēmi che ha molteplici significati, potremmo tradurre: lasciate stare. Oppure, in modo ancora più eloquente: fermatevi! Un imperativo che corrisponde alla forma grammaticale e sottolinea con fermezza la posta in gioco. Questo drastico richiamo ha un valore propositivo: Gesù chiede ai discepoli di non sbarrare la strada e non creare ostacoli perché Lui solo ha il potere di spezzare la catene del male. I bambini sono icona di quell’umanità che ha bisogno di crescere e può raggiungere la piena maturità solo se incontra il Figlio di Dio e accetta la sua potestà. La Chiesa non deve alzare muri né diventare pietra d’inciampo, al contrario deve agevolare l’incontro con Colui che può dare la vita. Nelle parole di Gesù troviamo un’espressione che indica un legame fatto di confidenza e intimità: quel venire a me [prós me] riprende le stesse parole che egli rivolge ai discepoli che sono stanchi e oppressi (Mt 11,28). Non si tratta perciò di un incontro occasionale ma di un vera esperienza di fede, un cammino che permette di maturare un’amicizia duratura, anzi un’alleanza definitiva.

Gesù parla ai responsabili della comunità ecclesiale, che hanno certamente un ruolo importante e decisivo. Ma possiamo leggere queste parole anche in relazione ai genitori, responsabili e custodi della chiesa domestica: “Non abbiate la presunzione di affrontare da soli il compito educativo. Portate a me i vostri figli. Fidatevi, io posso aprire il cuore e condurre i vostri figli verso i grandi orizzonti della vita”. Oggi preghiamo perché si possa attuare una nuova e feconda alleanza educativa tra la comunità ecclesiale e quella domestica.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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