Annuncio del Vangelo

“Io voglio un Fra Cristoforo non un Padre Cionfoli”

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di Michela Giordano

Non mi piacciono gli uomini con le sopracciglia ad ali di gabbiano. Sono allergica alle scelte cool e alle location vip, al sushi preferisco un panino con la mortadella e… soprattutto non mi piacciono i preti pop. Anche se siamo nell’epoca della comunicazione 3.0 voglio che l’annuncio del Vangelo stia lontano dall’“ansia da like”.

Lo confesso: a volte mi sento “antica”. Non come età, ma come modo di pensare. Mi hanno dato della bigotta, della retrograda e finanche dell’intollerante. Un’amica mi ha detto che il termine giusto è “tradizionalista”: mi piace che mio marito mi aiuti in casa, ma inorridisco al pensiero di vederlo lavare i pavimenti. Apprezzo le donne che lavorano, ma non sopporto quelle che “oddio, ho tutto il mondo sulle spalle, non ce la faccio, non ho mai un momento per me”; trovo essenziale, in una coppia, coltivare degli spazi “esclusivi” del singolo, ma non mi passa neanche per l’anticamera del cervello di andarmene in vacanza da sola, perché ancora nutro il piacere di trascorrere del tempo insieme a mio marito, di emozionarci davanti ad un tramonto, tornare la sera, a casa distrutti da una no stop di castelli di sabbia e tuffi con nostra figlia. Credo che un bambino abbia il diritto ad una mamma ed un papà, che il matrimonio sia uno ed uno solo, che sfilare addobbati da artisti del circo non aiuti la battaglia gay, che barricarsi dietro una croce non preservi i cattolici dal peccato, che la vera libertà sia quella di dire, a volte, cose sgradevoli, invece di assecondare sempre il proprio interlocutore. 

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Non mi piacciono gli uomini con le sopracciglia ad ali di gabbiano, che hanno più dimestichezza con la pinzetta che con la penna; sono allergica alle scelte cool e alle location vip; al sushi preferisco un panino con la mortadella e, se devo coprire i miei capelli bianchi, non farei mai una tinta improponibile tipo il rosa shocking, perché, per me, quello è un colore che, dopo i 25, non ti puoi più permettere. E, poi, non mi piacciono i preti pop. Impazzano in tv e sul web: giovani, bellocci, ammiccanti. Pare che nell’epoca della comunicazione 3.0, se non assomigli vagamente a Brad Pitt, tu non possa parlare di Dio. Ne ho visti ballare in piazza per annunciare la lieta novella come la peggiore coreografia della più becera balera di quartiere. Orticaria.Per carità: a molti piace questo modo di comunicare il Vangelo, e so, per conoscenza diretta, che aiuta ad avvicinare target nuovi, ma io lo aborro. E pure quelle religiose che, per parlare ai giovani, si mettono a cantare like a Virgin di Madonna. No, no, non fa per me. Preferisco la voce bassa, la riflessione interiore, una melodia accennata, perfino un cazziatone dall’altare per smuovere la coscienza. Perché mi pare che anche nell’Annuncio, si tenda ad indulgere all’ansia da like, all’eccesso di protagonismo, all’ossessione dell’essere “diversi da quei vecchi barbosi”. Ma io voglio un Fra Cristoforo, non un Padre Cionfoli!




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1 risposta su ““Io voglio un Fra Cristoforo non un Padre Cionfoli””

Grazie della riflessione…mi è piaciuta molto. Non è facile trovare il giusto equilibrio nelle situazioni e sfide di ogni giorno, come singoli e come genitori. Diceva un prof a mia moglie “tu sei radicata nelle tue convinzioni e valori ma aperta alla novità!” e secondo me è un pregio. Un saluto dall’ennesimo “antico”.

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