PF PLUS
OTTOBRE 2019

Il teologo

“Maschio e femmina li creò”: la risposta della Congregazione per l’Educazione Cattolica

Pubblicato da adpfp1 il


di Padre Maurizio Faggioni

Teologo moralista


Il documento della Congregazione? Uno strumento utile per affrontare il dibattito sulla sessualità umana e le sfide che emergono dall’ideologia gender in un tempo di emergenza educativa. I destinatari naturali del testo tutti coloro che sono impegnati nell’educazione delle nuove generazioni.

 

Nell’ambito della sessualità, il secolo XX ha conosciuto mutamenti di portata epocale dei quadri di riferimento etici e antropologici tradizionali. In particolare, gli apporti convergenti dell’antropologia culturale, della filosofia, della psicologia e, in genere delle scienze umane, connessi in una fitta rete interattiva con profonde trasformazioni sociali, economiche e politiche hanno condotto a una vera e propria rivoluzione nella comprensione della sessualità, nel rapporto fra i sessi, nei costumi sessuali, nelle strutture familiari. Gli studi sul genere, i cosiddetti gender studies e la riflessione femminista nelle sue diverse ondate hanno condotto a respingere una visione statica e naturalistica della sessualità a favore di una concezione dinamica e costruttivista, a sciogliere il legame obbligato fra sessualità e procreazione, a lottare contro il primato del maschio nella coppia e nella vita sociale, e, alla fine, nei loro esiti estremi, hanno messo in discussione il sistema binario dei sessi, il valore paradigmatico dell’eterosessualità, la rilevanza delle determinazioni del sesso biologico, la costanza dell’appartenenza sessuale.

Senza dubbio non pochi elementi degli studi sul genere hanno arricchito la visione della sessualità elaborata dalla teologia portando l’attenzione sull’influsso della cultura nella comprensione della sessualità e della famiglia, sugli aspetti simbolici, ludici e comunicativi della sessualità, sul primato dell’amore nella relazione di coppia, sulle valenze antropologiche dell’eros, sulla responsabilità della coppia nell’attuare il progetto di fecondità, sulla pari dignità fra uomo e donna in tutti gli aspetti della vita, contribuendo, in sostanza, ad una rilettura in senso personalista della sessualità. La sessualità, infatti, investe integralmente l’uomo nella sua complessa articolazione ontologica che, se da un lato lo radica saldamente nel mondo della natura, dall’altra lo sospinge verso il mondo della cultura, così che nella persona umana non esiste mai una realtà che sia puramente naturale e non sia anche, in qualche modo, culturale.

Nel mondo contemporaneo, però, l’esasperazione della contrapposizione fra natura e cultura e la negazione della rilevanza dell’elemento biologico-somatico nel definire la sessualità umana hanno condotto a un’opposizione tra sesso, inteso come realtà data e stabilizzata, e genere, inteso come realtà fluida e plasmabile. Quando si parla del gender come ideologia ci si riferisce proprio alla radicalizzazione di queste posizioni con tutte le conseguenze immaginabili in campo etico, legislativo, educativo. Come tutte le ideologie, il gender non si ferma di fronte alle sue derive più assurde e non ascolta neppure i dati delle scienze che potrebbero mettere in crisi le sue certezze inconcusse, resistendo ad ogni tentativo di dialogo e di ridimensionamento.

Nel grande contenitore dell’ideologia del gender hanno trovato risposte alcuni problemi che sono molto vivi presso le opinioni pubbliche e i legislatori occidentali come la liberalizzazione dell’esercizio della genitalità in qualsiasi forma al di fuori della relazione coniugale, la riassegnazione e correzione del fenotipo nel caso della disforia di genere, l’omologazione dei comportamenti eterosessuali e omosessuali, rappresentando questi ultimi semplicemente una variante minoritaria dell’orientamento sessuale umano e, di conseguenza, il riconoscimento delle unioni omosessuali e la loro piena equiparazione alle unioni eterosessuali come modelli familiari alternativi. Un ulteriore elemento di apprensione è che il fronte del gender, diffuso dai mass media e sostenuto dalle grandi organizzazioni internazionali, sia riuscito a penetrare anche in campo educativo, spesso con la scusa di permettere ai bambini di manifestare apertamente i loro eventuali disagi nella sfera sessuale e di aprirsi alla accoglienza serena dell’altro senza pregiudizi e discriminazioni.

CONTINUA...

Per continuare a leggere i contenuti di Punto Famiglia Plus bisogna essere abbonati ed effettuare l'accesso

Se hai dimenticato la password clicca qui

Non hai un piano di abbonamento attivo?

>> Abbonati qui per accedere a tutti i contenuti di Punto Famiglia PLUS

LEGGI GLI ALTRI ARTICOLI DEL NUMERO DI OTTOBRE 2019

© Gli articoli sono coperti da Copyright - Associazione Editrice Punto Famiglia
Angri (SA), via Adriana, 18 – 84012 - P.Iva 04889400653

Termini e condizioniInformativa privacyInformativa cookies