Le formiche sono più forti del terremoto

di Emanuela Pandolfi

Cosa l’ha spinto a scrivere questa favola ispirata al sisma che ha colpito l’Abruzzo?
Scrivo racconti per bambini e ho ritenuto fosse necessaria un’operazione di verità rivolta proprio a loro. “Le formiche sono più forti del terremoto” è una favola che parla delle reali emozioni che bambini e adulti aquilani hanno provato in questi mesi. Vivere in albergo, lontani dalla propria città distrutta, non è un’esperienza facile.
Fanno da protagonista alla sua favola Mika Formica e la sua famiglia. È interessante sapere perché la scelta è caduta proprio su questo animale, piuttosto che un altro.
Le formiche hanno diverse caratteristiche che mi hanno spinto a sceglierle come metafora di una popolazione terremotata. Esse di fronte a un incidente possono disperdersi come impazzite, ma poi tornano insieme. Ritrovano coesione e collaborano in modo perfetto in vista di un risultato e di un obiettivo comune. Il formicaio, la città di Formicopoli, è la sintesi straordinaria della cooperazione di un popolo che riprende in mano la situazione, scaccia ogni illegalità, e ricostruisce le proprie case, là dove sono sempre state.
Sin dalla prima pagina sostituisce la parola terremoto con “la Cosa” e solo alla fine i personaggi acquistano la forza di pronunciarla. C’è un significato pedagogico dietro questa scelta?
Il terremoto ha avuto l’effetto di avvicinare le emozioni di piccoli e grandi. Molti ragazzi, a scuola, hanno confessato che una delle cose più sconvolgenti è stato vedere i propri genitori piangere terrorizzati. Quando un evento spaventa in modo così totalizzante, paralizza un’intera popolazione e la paura vince su qualsiasi volontà di rinascita. Al punto di decidere di non pronunciare più quella parola di morte e distruzione. Quando si riesce di nuovo a parlarne, significa invece che il processo di riscatto è iniziato. Il coro di tutte le formiche di Formicopoli che gridano insieme “Le formiche sono più forti del terremoto” è il segno che un popolo è riuscito a vincere su un evento e ha riconquistato la propria vita.
La favola si conclude con lo slogan di Bruco Panzuto “Ricostruiamo Formicopoli”. In fondo quel messaggio era stato scritto dalla formica stessa. È stato pensato appositamente
questo stratagemma?
Bruco Panzuto è l’elemento magico ma il fatto che sia Mika Formica, seppur inconsapevolmente, a realizzare l’enorme scritta “Ricostruiamo Formicopoli” è proprio il segno che dà il via all’operazione di ritorno e di ricostruzione. Mika per prima, e poi tutti i cittadini di Formicopoli, sono in questo modo i veri protagonisti della loro rinascita. È questo senso di unità, di coesione, di forza d’insieme che mi auguro possa essere trovato anche da noi aquilani.




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