Fattore famiglia: per un fisco a misura di famiglia

di Daniele Nardi Capo Ufficio Stampa del Forum delle Associazioni Familiari

Tutti riconoscono che l’attuale sistema fiscale è iniquo verso le famiglie  con  figli, tutti riconoscono che occorrono interventi di sostegno alla natalità e alla responsabilità familiare, tutti riconoscono che la famiglia è una risorsa insostituibile di coesione sociale, fiducia e sviluppo economico per il “sistema Italia”. Ebbene, è ora di passare dalle parole ai fatti.

La Conferenza nazionale della famiglia è un’occasione da non perdere. In questa prospettiva il Forum delle associazioni familiari ha lanciato una nuova proposta di riforma del sistema fiscale, il FattoreFamiglia, capace di costruire un sistema finalmente equo per le famiglie con carichi familiari, e che supera i limiti della proposta del quoziente familiare che molti sembrano aver riscoperto nell’ultimo periodo ma che ha dei limiti che rischiano di creare più problemi di quanti ne risolve. Con il FattoreFamiglia, a parità di reddito, una famiglia con tre figli pagherà meno tasse rispetto ad una famiglia che non ha figli; esso può inoltre riconoscere altri fattori di difficoltà familiare (quale, ad esempio, presenza di disabili), sostenendo così la famiglia nei suoi compiti di cura.

Dal punto di vista tecnico il FattoreFamiglia (FF – vedi la descrizione analitica del modello su www.forumfamiglie.org): introduce una no tax area familiare commisurata al numero di persone di quel nucleo. Tale area dovrebbe corrispondere al valore della soglia di povertà dell’ISTAT (7.200 euro/persona). In tal modo il FF potrebbe essere rimodulato automaticamente di anno in anno; moltiplica questo valore per un coefficiente familiare, che è poi il vero e proprio FattoreFamiglia. Il risultato è che, ad esempio, una famiglia di sei persone avrebbe un reddito non tassabile di 30.800 euro. Il beneficio fiscale ottenuto viene calcolato allo scaglione più basso dell’aliquota. Quindi su questo reddito non si paga il 23% (la famiglia con sei figli avrebbe un beneficio fiscale pari al 23% di 30.000 euro, oltre 7.000 euro). Il reddito che rimane viene tassato sulle aliquote superiori. Così non si privilegia il reddito più alto, che era una delle criticità del quoziente familiare “puro”.

Una questione molto rilevante è che il FF è una misura di equità fiscale a misura di famiglia definita a livello nazionale e non variabile regionalmente. Il federalismo fiscale potrebbe affidarsi ad altri strumenti, come gli assegni al nucleo familiare. Ai comuni spetta poi la competenza su tariffe e imposte locali, spesso di grande impatto sui bilanci familiari.

Per le famiglie con basso reddito, in condizione di “incapienza” il FF prevede dei meccanismi garantiti” di credito d’imposta.  Al di là degli aspetti tecnici, sui quali si dovrà ovviamente molto lavorare e confrontarsi, crediamo che sia importante il segnale che il Forum ha voluto dare alle Istituzioni. Dove in anni di promesse disattese nulla si è riuscito a fare per riequilibrare il sistema fiscale, la famiglia si è rimboccata le maniche, ha preso l’iniziativa ed ha trovato una soluzione. Ora è lo Stato ad essere in debito di una risposta, che avrà un’indubbia rilevanza economica, ma che assume anche una forte valenza politica e valoriale.




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