“Lo sposo passa per questa strada… la spiritualità coniugale nel pensiero si Karol Wojtyla le origini”

di Emanuela Pandolfi

Intervista a Przemyslaw Kwiatkowski

Chi o che cosa l’ha spinto a scrivere un saggio così articolato sulla spiritualità coniugale secondo le meditazioni di Karol Wojtyła?

Il libro nasce innanzitutto dagli incontri con i giovani, le coppie e le famiglie, grazie a ciò che abbiamo potuto condividere e imparare insieme. Sebbene non lo sapessi chiamare per nome, in un certo modo ho sempre intuito che la bellezza, la semplicità, lo specifico e il realismo della loro quotidianità racchiudano qualcosa di molto profondo, un raggio dell’amore di Dio. Poi c’è stato l’incontro con i testi wojtyliani precedenti al Pontificato, dettati dal cuore di pastore e nati dalla stessa esperienza dell’amore umano, tra cui molti praticamente sconosciuti. Questi due momenti mi hanno incoraggiato a iniziare una ricerca che doveva percorrere, insieme a Wojtyła, tutte le tappe della vita spirituale di coppia e famiglia.

Karol Wojtyła divenne profondo conoscitore e amante dell’amore sponsale. Ma diverse sono state le figure, come quella di don Jan Pietraszko e Jerzy Ciesielski, che hanno contribuito ad avvicinarlo alla dimensione familiare. Può dirci qualcosa su entrambe le figure?

Mi piace dire che ho potuto incontrare non solo le origini del pensiero wojtyliano, ma proprio Wojtyła medesimo, anche grazie all’incontro con le persone che lo conoscevano da vicino, condividendo l’unico cammino di santificazione. È stato Servo di Dio Jan Pietraszko, cappellano degli universitari e vescovo ausiliare di Cracovia, a indicare a don Karol la strada verso i giovani. Dal suo modo di leggere il Vangelo lo stesso Giovanni Paolo II apprendeva la vera teologia. Servo di Dio Jerzy Ciesielski, padre di famiglia, faceva parte dell’ambiente di Zio – Wojtyła. Dalla sua testimonianza, a partire dagli anni della gioventù fino alla morte tragica con i figli in Sudan, il futuro Papa imparava ad amare l’amore umano.

Anche il Sacramento del Matrimonio era, per il beato Wojtyła, un motivo di intrinseca relazione tra sacrificio di Cristo per la Chiesa, amore coniugale e familiare, e dono di sé. Crede che le coppie che vivono questo sacramento sperimentino con fecondità questo legale?

Il dono di sé è un’esperienza fondamentale di ogni uomo e donna, in particolare di chi vive nel matrimonio e nella famiglia. A volte lo si vive in modo entusiasmante, altre volte con vera fatica. Importante riscoprire che, nel Sacramento delle Nozze, ogni momento e ogni dimensione della vita coniugale e familiare partecipa all’amore di Cristo e della Chiesa. Così si apre un orizzonte totalmente nuovo, che promette la felicità che viene dall’unione con Dio.

Il libro è così ampio che raggruppa diverse tematiche che oggi stanno a cuore alla famiglia cristiana: la casa Chiesa domestica, l’educazione dei figli, la sessualità coniugale e tutto ciò che riguarda da vicino l’ethos familiare… Quale aspetto crede debba essere maggiormente approfondito?

Tutte queste realtà costituiscono un’unica strada per la quale passa Cristo Sposo e fa della famiglia una piccola Chiesa, Sua Sposa. Prima di tutto, dunque, bisogna avvicinarsi e unirsi sempre di più a Lui. Dall’altro lato, occorre comprendere che l’itinerario di santità coniugale e familiare significa appunto l’Eucaristia vissuta ogni giorno nel corpo, dal dialogo al perdono, dalla sessualità al compito educativo. Questo però non si impara tanto dai libri, quanto nella vita quotidiana e nella preghiera. Ed è proprio ciò che Karol Wojtyła aveva il coraggio di chiamare con il nome “spiritualità di coppia e famiglia”.




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