Posti in piedi in paradiso

di Simona Parigi

Regia: Carlo Verdone, Anno: 2012 Carlo Verdone ritorna alla regia dopo Io, loro e Lara con un’altra brillante commedia: “Posti in piedi in paradiso”.

Carlo Verdone ritorna alla regia dopo Io, loro e Lara con un’altra brillante commedia: “Posti in piedi in paradiso”. Da sempre attento osservatore della società contemporanea, il regista romano, aveva già esplorato il mondo familiare attraverso la storia dei tre fratelli Mascolo alle prese con il padre in preda ad una seconda giovinezza nel film Io, loro e Lara. Questa volta ci riprova, però, con l’intenzione di allargare lo sguardo non ad una famiglia sola, ma a ben tre nuclei familiari. Tutti hanno la stessa situazione di partenza; infatti, si tratta di famiglie con genitori separati e figli a carico. Posti in piedi in paradiso parte proprio da questo preciso contesto. In una società come quella attuale nella quale il numero dei divorzi cresce irrimediabilmente, e le famiglie spaccate non solo aumentano, ma assumono sempre di più le sembianze di una realtà allarmante dei nostri tempi, è probabilmente d’obbligo chiedersi che fine fanno coloro i quali vengono quasi sempre esclusi dalla causa per l’affidamento dei figli: i padri.

Ecco che Carlo Verdone risponde a questa domanda con, probabilmente, uno dei suoi film più maturi nel quale riesce, attraverso una commedia divertente e brillante, un genere che gli è evidentemente più congeniale, a denunciare una grave emergenza sociale qual è quella dei padri single. Ulisse (Calo Verdone), Domenico (Marco Giallini) e Fulvio (Pierfrancesco Favino), sono tre padri, appunto separati, che a causa dell’assegno che tutti e tre devono provvedere a far arrivare puntuale alle loro ex mogli, si ritrovano ad arrivare con difficoltà a fine mese. Falliti sia sul piano relazionale che sul piano professionale si vedono costretti ad apportare delle misure drastiche alle proprie vite. Ulisse vive nel retro bottega del suo negozio di dischi in vinile, da quando la sua carriera di produttore discografico è rovinosamente finita. Fulvio, ex critico cinematografico, lavora per una rivista di gossip e vive in un convitto di religiose. Infine Domenico, agente immobiliare, nonché donnaiolo e giocatore d’azzardo incallito, vive temporaneamente sulla barca di un amico. La storia si anima quando Domenico, agente al quale si sono rivolti sia Ulisse che Fulvio, entrambi in cerca di una sistemazione più dignitosa di quella attuale, li fa incontrare e invece di cercare di piazzare un appartamento a ciascuno di loro propone la soluzione di affittarne uno unico e di condividerne le spese. Inizia così, costretti dalla forte necessità di risparmiare, un’improbabile convivenza, che mette però a nudo le loro storie, non poi così diverse l’una dall’altra. Ulisse ha alle spalle un matrimonio fallito e una brillante carriera da produttore discografico andata in fumo. Per una crudele ironia della sorte le cose sono legate, perché la sua ex moglie, un tempo cantante, è stata proprio la causa del suo tracollo finanziario, dopo aver prodotto il suo primo album, fatto più per amore che per convinzione.

In un solo colpo perde, casa di produzione, irrimediabilmente entrata in crisi, e il suo matrimonio, con moglie e figlia che espatriano a Parigi. Fulvio, che a sua detta aveva una vita perfetta, dopo la depressione postparto della moglie, complice anche la mancanza di comunicazione tra loro, si era concesso “uno svago” con la moglie del suo capo, principale motivazione per la rottura in mille pezzi del suo matrimonio e della sua carriera di critico cinematografico. Domenico, a differenza degli altri, non ha una sola famiglia da mantenere, ma ben due. Eterno irresponsabile, più bambino lui dei suoi figli, si ritrova a fare da “accompagnatore” a vecchie ma facoltose signore, per poter mantenere le esigenti famiglie. I tre protagonisti del film non sono altro che degli esempi di personaggi “tipici” dell’Italia di oggi, Verdone raccoglie “dettagli” e “situazioni” del nostro paese, per raccontare la crisi economica attuale, dal particolare punto di vista delle famiglie spaccate.

Posti in piedi in paradiso è una tragicommedia leggera e briosa, incentrata sui neo single che devono fare i conti anche con gli alimenti da pagare. Tutti e tre vivono nei ricordi della vita passata, in una continua rincorsa di quel che non c’è più, ma che, per un non voler credere alla realtà, si cerca, a tutti i costi, di nascondere, facendo finta che il problema non ci sia. Il film, come già detto, accarezza un tema delicato, con la dovuta sensibilità, ma anche con una giusta dose di spensieratezza: è presente una vasta gamma di personaggi, ognuno con le proprie nevrosi, tutti disposti a smascherare la grande umanità dei tre protagonisti e la forte inadeguatezza di fronte a questa situazione più grande di loro.

Questo non sentirsi all’altezza delle circostanze, diventa la principale motivazione delle dimissioni di Fulvio, nelle quali, scrive di aver commesso molti errori nella vita e di ritrovarsi smarrito. Fino a quel momento aveva cercato di ottenere grandi risultati senza fatica, aggiornando i propri sentimenti alla stessa velocità di un programma da computer, senza mai sentirsi felice. È proprio questo l’epilogo del film, che risponde a questa continua ricerca di felicità con una nuova speranza. Speranza riposta nei figli, le nuove generazioni, perché sono proprio loro a stringersi vicino ai padri, e sono loro a rappresentare il futuro e a dover cambiare il corso delle cose.




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.