il libro

I diritti della famiglia. Solo sulla carta?

Il Fiuggi Family Festival non è solo film e proiezioni. La manifestazione così suggestiva permette e facilita inaspettati incontri in cui si scoprono e condividono nuove storie, con gli stessi ideali...E proprio ad un caffè letterario abbiamo incontrato i coniugi Francesco Belletti e Gabriella Ottonelli, autori di I diritti della famiglia. Solo sulla carta? Pubblicato in occasione del 30° anniversario della carta dei diritti della famiglia.

L’agenda ci propone la 47ª Settimana Sociale dei Cattolici Italiani a settembre, il Pellegrinaggio delle Famiglie alla Tomba di San Pietro ad ottobre, l’anniversario della Carta, l’anno internazionale della famiglia indetto dall’ONU. Come interpretare l’inflazione di eventi dove è sempre la famiglia al centro?

Francesco: Colpisce che le analisi svolte sui giovani europei ci dicano che il più grande desiderio è quello di creare famiglia, con moglie e figli per vivere stabilmente. È un dato reale perché c’è l’esperienza familiare che insegna e lascia le sue tracce. C’è sovrabbondanza della vita che si dispiega. D’altro canto c’è chi mette in discussione l’esperienza familiare e vuole ridefinirla, chi ci vuole ragionare su per capirne gli elementi strutturali, i punti di forza. D’altronde la crisi in Italia è stata sostenuta dai legami familiari che hanno alleviato, oltre alla fatica economica, le difficoltà oggettive che inevitabilmente si incontrano.

C’è qualcuno che mette in discussione che la famiglia abbia dei diritti. Ma ecco che la Carta con serena pacatezza delle sue affermazioni e delle sue indicazioni, ci provoca. Come ricorda S.E. Mons. Paglia nella prefazione al volume.

Francesco: Passare dalla retorica alla sostanza è cosa difficile. A parole sono tutti a favore delle ‘famiglie’. Negli anni passati è sembrato che la famiglia fosse luogo di oppressione, mentre oggi l’attacco è alla parola stessa. La vera minaccia è quando tutta la vita affettiva si autodefinisce ‘famiglia’ come se in questa parola ci fosse un comune denominatore. Sosteniamo la famiglia, ma quale famiglia? Quella dell’art.29 della nostra Costituzione. Per quanto i padri costituenti furono stati laici, di cultura di sinistra e del mondo cattolico, essi trovarono una grande mediazione all’interno della quale c’era la famiglia. Se ne parla tanto, ma in sostanza chi riconosce le famiglia al plurale non accetta la famiglia al singolare.

In che misura allargare il significato di famiglia scatena una riduzione di libertà?

Francesco: Di fatto allargare la famiglia è quel processo in cui si realizza l’individualizzazione dei valori, come se ognuno si facesse la famiglia per come la pensa. Ma è impossibile inseguire i diritti, i doveri e i sogni di ciascuno. È l’individualismo più sfrenato. Gabriella: Dietro la parola libertà sembra non esserci confine, come se la libertà non conoscesse orizzonti. Ma la libertà genera responsabilità. Il libro infatti è strutturato in un box con l’articolo della Carta dei diritti della famiglia, il nostro commento e poi c’è un riquadro per le responsabilità che investono tutti gli attori sociali: la Famiglia, la Chiesa, la Società, la Politica.

Qual è il ruolo degli attori per la difesa della famiglia?

Gabriella: Bisogna saper fare famiglia, pensare alla felicità dell’altro e saper anche ricevere le attenzioni dell’altro. La famiglia è un soggetto che ha poca capacità di rappresentanza, se noi chiediamo una riforma del fisco a favore dei figli…poco importa! Noi non possiamo scioperare perché scioperiamo contro noi stessi. Non è quindi questione di assistenzialismo che si pretende dagli attori sociali, ma servizi di reale sostegno perché la famiglia non è il grande malato della società. Come è bene che l’uomo non sia solo, è bene che anche la famiglia non sia sola.

Francesco: Il Forum delle Associazioni familiari, ad esempio, cerca di dare voce e valorizza il lavoro di 50 associazioni che agiscono a livello nazionale e locale a favore della famiglia. Tenta di interagire con i media e il mondo politico e attraverso manifestazioni, raccolta firme spera di smuovere qualcosa nel panorama nazionale. Gabriella: Ogni coppia e ogni famiglia dovrebbe sentire su di sé la vocazione a custodire la vita e il creato, partendo dalla bellezza della propria vocazione e dal dono dell’amore tra l’uomo e la donna.




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