diocesi

Piena comunione con i laici

Udine

Intervista a S.E. Mons. Andrea Bruno Mazzocato, arcivescovo di Udine.

Mons. Mazzocato è stato eletto alla Chiesa di Adria-Rovigo l’11 ottobre 2000 e consacrato vescovo nella Cattedrale di Treviso il 9 dicembre 2000. Ha guidato la chiesa rodigina per 3 anni. Ingresso nella diocesi di Treviso il 18 gennaio 2004. Il 20 agosto 2009 è stato eletto Arcivescovo di Udine. Ha iniziato il ministero pastorale nell’Arcidiocesi di Udine il 18 ottobre 2009.

Sotto sua sollecitazione sono stati avviati molti corsi innovativi, in particolar modo per l’accompagnamento di giovani coppie di sposi nell’educazione alla fede dei loro figli da 0 a 6 anni. 
Sì, questo è un aspetto che stiamo portando avanti. Abbiamo fatto la scelta di iniziare dando attenzione ai sacramenti offrendo ai genitori la possibilità di accompagnare i loro figli nel percorso alla prima eucarestia e aiutandoli ad educare alla fede i loro figli. Questo cammino di educazione diventa particolarmente motivante pure per la coppia stessa. L’obiettivo è di far ritornare l’educazione alla fede dentro le mura di casa. La propensione della famiglia in questo caso è necessaria. Dobbiamo resistere alla tentazione della delega. La famiglia è la prima responsabile dell’educazione alla fede.

Un’altra attenzione è posta per la preparazione al matrimonio dei fidanzati. 
Anche in questo caso si guarda molto al contesto attuale. Il corso di preparazione al matrimonio può rivelarsi l’unico momento utile per risvegliare una fede spesso assopita con gli anni. È sicuramente un’opportunità di nuova evangelizzazione, per offrire alle persone che chiedono il sacramento del matrimonio la possibilità di riprendere un serio cammino di fede.

Lei individua nel suo territorio diocesano altre sfide pastorali per la famiglia? 
Innanzitutto bisogna individuare le modalità di una maggior coinvolgimento delle famiglie nelle vita della comunità ecclesiale. L’apporto che esse possono dare è notevole. Deve crescere nella mentalità ecclesiale un maggiore coinvolgimento della famiglia e non del singolo individuo perché la famiglia cristiana può immettere nel tessuto ecclesiale risorse che nemmeno immaginiamo.

È per questo che lei ha voluto affidare l’Ufficio di pastorale familiare a due coppie di sposi? 
Credo che i laici siano corresponsabili della vita diocesana. Queste coppie che si sono preparati a Roma presso l’Istituto Giovanni Paolo II hanno anche acquisito una preparazione idonea a svolgere questo compito. Tra gli Uffici diocesani credo che quello alla famiglia sia il più adattato ad essere affidato ai laici e loro vivendo direttamente l’esperienza familiare, una di queste ha cinque figli, sono pieni di passione per questo servizio ed io ne sono molto contento.




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