Diocesi

Il segno di un cammino diocesano

Parma

Intervista a s.e. Mons. Enrico Solmi, vescovo di Parma.

Come ha accolto la notizia inerente al prossimo Sinodo per la famiglia e come lo ha accolto la sua diocesi? 

“E’ stata una piacevole sorpresa. Il tema della famiglia è stato accolto con grande interesse e sono state ricevute delle richieste da parte della comunità in modo da poter intervenire, richieste spontanee di persone che hanno visto in esso un grande appello alla partecipazione nonostante il tempo limitato dell’evento.

Quali sono le principali sfide e le difficoltà connesse alla vita familiare? 
La maggiore sfida è diffondere il Vangelo della famiglia alle nuove generazioni. Nella maggior parte delle persone c’è una conoscenza della tematica e gli adulti si domandano se possa realmente esserci riscontro tra i giovani. Personalmente penso che tanti giovani hanno grandi attese sulla famiglia, ma dalle risposte è emersa una difficoltà nella trasmissione dei valori nelle nuove generazioni. Un altro aspetto qualificante è sulla riconferma e il rilancio della pastorale della famiglia. Un ultimo aspetto è stato quello inerente la dimensione sociale, come si sia ravvisata una difficoltà a livello sociale di entrare a considerare la famiglia come un servizio dato al bene comune. Questo è stato rimarcato lungamente.

Oggi, in ambito ecclesiale, non crede che il dibattito sembra tutto incentrato sulla possibilità di comunione ai divorziati trascurando l’accompagnamento delle coppie. 
Credo che il tema della comunione ai divorziati sia un tema particolare e particolarmente acuto ed un tema che anche mediaticamente è portato avanti in termini molto forti. Dal punto di vista pastorale, quello che sarebbe rilevante è la personalizzazione del percorso in vista del matrimonio. L’assenza spesso è reciproca, da un lato è molto difficile trovare oggi coppie disponibili ad accompagnare altre coppie verso il matrimonio, dall’altro le giovani coppie non si fanno trovare prese da altre cose. È opportuno rilanciare, invece, i valori identitari della famiglia costituita dall’ incontro di un uomo e di una donna in un patto sociale in una prospettiva generativa. Questo è il dato che oggi maggiormente dovrebbe essere rimarcato.

Come è organizzata nella sua diocesi la pastorale familiare e a chi è affidata? 
Nella mia diocesi sono presenti due figure, una coppia di sposi e un presbitero che insieme operano concordemente. Accanto a loro opera un consiglio di pastorale familiare. Credo il rilanciare questo dimensione coniugale insieme al presbitero sia molto importante perché mostra anche a livello di incarico quella relazione importante ed essenziale che c’è appunto tra queste due vocazioni, ordine e matrimonio

Papa Giovanni Paolo II è stato ricordato come il Papa della famiglie, qual è il suo personale ricordo?
Tanti Papi hanno avuto l’appellativo di “Papa della famiglia”. Penso a Paolo VI con la fatica non piccola dell’Humanae Vitae. C’è da considerare la difficoltà di ricezione di questo documento che è stato, spesso e ingiustamente, classificato come no alla pillola. Dall’altro lato Giovanni Paolo II ha nella sua storia questo percorso di attenzione alla famiglia. Io ricordo in lui alcune espressioni: in particolare durante la visita alla mia diocesi di allora, quella di Modena. Io mi ero da poco addottorato in Teologia Morale e avevo chiesto la tesi sulla Famiglia, e il papa ebbe verso di me un atteggiamento benevole, di compassione, uno sguardo che mi resta stampato nel cuore.

Lei ha dedicato un’intera vita al servizio della famiglia. 
Ho avuto la grande fortuna da prete giovane di andare in una parrocchia dove la dinamica familiare, siamo negli anni 80, era molto presente. E queste famiglie, con delicatezza coinvolgevano i presbiteri in questo. I miei studi di Morale poi mi hanno portato a studiare la famiglia, specie nel contesto italiano. Sono stato per 15 anni corresponsabile di pastorale familiare con una coppia splendida e per dieci anni direttore di un consultorio familiare e ho insegnato Teologia della Famiglia per molti anni. Devo dire di aver ricevuto tanto prima di aver dato tanto e questo è stato per me un intreccio davvero significativo.




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