I 7 film in concorso…

Barfi

diretto da regista indiano Anurag Basu, racconta la storia di un giovane ragazzo indiano (Barfi) la cui vita è sconvolta dall’arrivo in città della bellissima Shruti di cui si innamora follemente. La ragazza però è già promessa sposa di un uomo più ricco e potente. La ragazza sposa l’uomo e per Barfi inizia così un periodo difficile. Proprio nel tentativo di trovare il denaro necessario per le cure dell’anziano genitore, Barfi si imbatte in Jhilmil, la sua amica d’infanzia, affetta da autismo. Con lei inizierà un nuovo capitolo della sua vita, contrassegnato da momenti difficili e, soprattutto, dalla scoperta di possibilità inattese.

Ismael

di Marcelo Pineyro, titolo spagnolo che racconta la storia di Ismael, un bambino di dieci anni, salito di nascosto su un treno per Barcellona per incontrare Felix Ambros, il padre che non ha mai conosciuto. Per ritrovarlo ha con sé solo una lettera della madre Alika, con su scritto un indirizzo. La lettera conduce Ismael davanti alla porta di Nora, una signora di cinquant’anni che risulta essere sua nonna. Insieme, Nora e Ismael partono alla ricerca di Felix, trasferitosi da tempo a Girona. Nel frattempo, Alika e il marito Eduardo si mettono in viaggio per riportare Ismael a casa.

Locke

del regista inglese Steven Knight. Ivan Locke guida nella notte verso Londra. È un costruttore di edifici, ma in questa notte si consuma la demolizione della sua vita. All’alba avrebbe dovuto presiedere alla più ingente colata di cemento di cui si sia mai dovuto occupare. Gli americani e i suoi capi hanno incaricato lui, perché per nove anni è stato un lavoratore impeccabile, il migliore, solido come il cemento appunto. Ma la telefonata di una donna di nome Bethan riscrive l’esistenza di Locke. Prima di quella telefonata e del viaggio che ha deciso di intraprendere, aveva un lavoro, una moglie, una casa. Ora, nulla sarà più come prima.

Me, We

diretto dall’italiano Marco Zuin. Girato agli inizi del 2013, nel contesto africano del St. Martin, un’organizzazione attiva sugli altopiani a nord del Kenya, ruota attorno alla trasformazione che nasce dall’incontro. Il documentario attesta il passo avanti compiuto in quel difficilissimo territorio nel concepire la disabilità e la malattia non più e non solo come debolezza, ma come risorsa preziosa per l’intera comunità. Proprio nella difficoltà, la persona più fragile può diventare opportunità, capace di far emergere la parte migliore delle persone che le vivono accanto, stimolare punti di vista altri, accendere nuovi comportamenti.

Ombline

del francese Stéphane Cazes, titolo del 2013, racconta della ventenne Ombline condannata a 3 anni di prigione per una violenta aggressione. Quando ormai perde tutte le speranze per il futuro e l’accaduto trasforma completamente la sua vita, scopre di essere incinta. Qualche mese dopo, dà alla luce Lucas. La legge permette a Ombline di crescere suo figlio durante i suoi primi 18 mesi di vita. Ma Ombline combatte per tenere suo figlio il più a lungo possibile e convince il giudice che è in grado di crescerlo anche una volta che uscirà dal carcere. In questo universo oscuro della prigione, questa donna diventa madre e inizia la sua battaglia per ricostruire la sua vita combattendo per suo figlio.

Zoran

film diretto da Matteo Oleotto, racconta la storia di Paolo Bressan, un uomo cinico col vizio del vino e della menzogna, con cui mette in difficoltà il prossimo e prova a riconquistare la sua ex moglie. Tra un bicchiere di vino e un piatto di gulash, ‘eredita’ un nipote da una lontana zia slovena, a cui dovrà dare ospitalità il tempo necessario perché la burocrazia faccia il suo corso. Zoran, adolescente naïf, è un ragazzino che parla un italiano aulico e gioca bene a freccette. Accortosi molto presto del talento del nipote, Paolo è deciso a sfruttarne la disposizione, iscrivendolo al campionato mondiale di freccette. Spera in questo modo di vincere sessantamila euro e di sistemarsi per sempre lontano dalla provincia friulana.

Nobody owns me

di Kjell-Ake Andersson racconta la storia di Lisa, una bambina di pochi anni i cui genitori, di estrazione diversa, Hasse e Katja vivono una crisi profonda che sfocia in una separazione traumatica. Katja abbandona figlia e marito. Hasse, occupato a tempo pieno in un’acciaieria, prova a crescere la sua bambina. Tra alti e bassi, cali di vento, orari impossibili e amore incredibile, Lisa diventa grande a fianco del padre con cui sogna di navigare un giorno fino a Cuba e verso un mondo migliore. Ma la vita si complica e l’idillio si spezza. Deluso dal lavoro e da una donna, Hasse comincia a bere, perdendo la sua immagine di uomo invincibile agli occhi e nel cuore di Lisa. Una bottiglia di troppo e la rabbia esplosa con l’adolescenza, segneranno duramente la loro relazione.




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