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Chiariamo le idee…

di Giuseppe e Giovanna Galasso

Giovanna e Giuseppe Galasso sono i responsabili regionali della pastorale familiare della Campania. A loro abbiamo chiesto di chiarirci che cos’ è un Sinodo Straordinario e quali sono le novità del Documento preparatorio.

Che cos’è un Sinodo Straordinario?
Questo sarà il terzo Sinodo Straordinario nella storia della Chiesa, ristabilita dopo il Concilio Vaticano II. Nei due Sinodi Straordinari precedenti (Paolo VI lo ha fatto nel 1969 sulle Conferenze Episcopali create negli anni precedenti e Giovanni Paolo II nel 1985 per approfondire le conclusioni del Concilio Vaticano II) sono state affrontate questioni legate a circostanze particolari e interne alla Chiesa. In questo caso si convocano i rappresentanti ecclesiali per affrontare una questione fondamentale per l’umanità. Si indice un Sinodo Straordinario quando l’argomento in questione richiede una risoluzione rapida e papa Francesco ha ritenuto che la risposta della Chiesa alla crisi della famiglia non potesse essere rimandata. Il Papa ha anche voluto che la riflessione del Sinodo non terminasse con questa Assemblea. Ha infatti convocato un secondo Sinodo, stavolta di carattere ordinario, sulla famiglia per l’ottobre 2015. A un Sinodo Ordinario partecipa un maggior numero di membri: vescovi di tutto il mondo eletti dalle Conferenze Episcopali, così come altri rappresentanti scelti dal Papa o determinati dal ruolo che ricoprono nella Curia romana, e rappresentanti degli ordini e delle congregazioni religiose.

Che cos’è l’Instrumentum Laboris?
È un documento di lavoro che servirà per il dibattito nell’Assemblea sinodale ed è stato realizzato tenendo conto delle risposte fornite dalle Diocesi di tutto il mondo a un questionario inviato dalla Segreteria del Sinodo ai vescovi a metà dell’ottobre 2013 e redatto in tedesco, arabo, spagnolo, francese, inglese, italiano e portoghese. Non si è trattato di un sondaggio né di un referendum ma della volontà di conoscere, direttamente dalle persone, quella che è la loro esperienza non solo individuale ma anche di gruppo, per raccogliere dati statistici, riflessioni, elaborazioni. Così i vescovi del Sinodo avranno il polso della situazione senza doverla trarre dai libri o dalle indagini sociologiche. È una riflessione anche ecclesiale e spirituale molto importante che in sé contiene il rinnovamento che la Chiesa vuol operare, “ad intra” e “ad extra”, per annunciare al mondo, con franchezza, il Vangelo dell’amore coniugale e della famiglia.

Quali sono i contenuti e le novità di questo testo?
L’Instrumentum Laboris si articola in tre parti: la prima, in particolare, richiama il Vangelo della famiglia, la seconda le situazioni pastorali difficili, la terza l’educazione alla vita.

La prima parte (nn. 1- 49), dal titolo «Comunicare il Vangelo della famiglia oggi», ribadisce il “dato biblico” della famiglia, basata sul matrimonio tra uomo e donna, creati ad immagine e somiglianza di Dio, collaboratori del Signore nell’accogliere e trasmettere la vita. Dopo aver richiamato alcuni documenti della Chiesa dedicati al tema della famiglia – tra cui l’Enciclica Humanae Vitae di Paolo VI – ne rileva la scarsa conoscenza tra i fedeli, anche a causa di sacerdoti poco preparati. Il documento mette in evidenza come l’insegnamento della Chiesa venga accettato più facilmente in relazione alla difesa della dignità della vita umana, incontrando invece più resistenza sulla regolazione delle nascite, sul divorzio e sulle relazioni prematrimoniali. Emerge, quindi, l’esigenza di individuare nuove modalità per trasmettere gli insegnamenti della Chiesa su matrimonio e famiglia, mirando alla formazione degli operatori pastorali (n. 17).

La seconda parte dell’Instrumentum (nn. 50-120) – dal titolo «La pastorale della famiglie di fronte alle nuove sfide» – dopo aver ricordato l’importanza della preparazione al matrimonio e la testimonianza della bellezza della famiglia (n. 59), entra nel vivo delle sfide pastorali contemporanee: la debolezza della figura paterna, la frammentazione dovuta a divorzi e separazioni, le violenze e gli abusi su donne e bambini, la tratta dei minori, le droghe, l’alcolismo, la ludopatia, la dipendenza da social network che impedisce il dialogo in famiglia e ruba il tempo libero alle relazioni interpersonali. Il Documento sinodale mette in evidenza anche l’incidenza del lavoro sulla vita familiare, in riferimento ad orari estenuanti, precarietà, flessibilità che comporta lunghi spostamenti, assenza del riposo domenicale, fattori che ostacolano la possibilità di stare insieme in famiglia. Tra gli altri fattori di criticità vi sono: la povertà, il consumismo, la diversità di culto tra i coniugi da cui deriva la difficoltà di educare i figli, l’approccio alla malattia. Il documento affronta anche gli scandali sessuali, le situazioni pastorali difficili, come quelle relative ai divorziati risposati (n. 86), le unioni di fatto.

La terza parte del documento (nn. 121-157) – dal titolo «L’apertura alla vita e la responsabilità educativa» – fa emergere come la dottrina della Chiesa sia poco conosciuta nella sua dimensione positiva e venga percepita, invece, come ingerenza nella coppia e limitazione all’autonomia della coscienza (n.123). Il testo segnala anche la confusione tra mezzi contraccettivi e metodi naturali di regolazione della fertilità. Questi ultimi, erroneamente ritenuti inefficaci, rispettano l’ecologia umana e la dignità della relazione sessuale fra i coniugi e dovrebbero essere maggiormente conosciuti, anche nell’ambito della formazione dei futuri presbiteri (n. 128).




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