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Il figlio dei desideri

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(© Monkey Business Images - Shutterstock.com)

di Peppe Iannicelli

Anche senza una legge regolatrice, cresce in Italia il numero delle Regioni in cui si praticherà la fecondazione eterologa. Un calderone di idee è stato prontamente messo sul fuoco ardente dell’opinione pubblica e ciascuno ci riversa dentro quello che vuole. Proviamo a fare il punto della situazione.

Il desiderio di un uomo e di una donna di avere un bambino è il più santo e nobile dei desideri. Un uomo ed una donna che uniscono i loro corpi e le loro anime per generare una nuova vita condividono l’amore creativo di Dio. Non credo possa esserci esperienza più sublime. Non immagino nulla di più meritevole di rispetto, aiuto e tutela, purché la realizzazione di tale desiderio avvenga nel rispetto della dignità della persone viventi e nascenti e dell’ordine naturale delle cose che Dio ha preordinato per l’umana felicità. Il desiderio di avere un bambino è santo, la pretesa che sia un diritto è una diabolica aberrazione. Non esiste un diritto ad avere un figlio come non esiste il diritto a nascere alti, con i capelli biondi, la pelle scura. Purtroppo però la confusione sotto il cielo è tanta. Diventa ogni giorno più caotica ed offensiva del diritto, del buon senso ma soprattutto delle persone coinvolte sotto tutti i profili. L’ultima frontiera dell’aberrazione è il tentativo di consentire anche in Italia la fecondazione eterologa non prevista dalle Leggi dello Stato e rispetto alla quale il Popolo Sovrano aveva espresso un marcato dissenso attraverso la bocciatura del Referendum sulla Legge 40.

Non voglio neanche addentrami nella pretesa genitoriale delle coppie omosessuali, assurda nelle sue premesse logiche e naturali ma purtroppo praticata con sistemi disumani come l’utero in affitto. Ma quale fondamento può avere il sedicente diritto di una coppia omosessuale di diventare genitori? Stabilendo nel contempo che il nascituro debba esser privato del papà o della mamma? E come si può consentire che una coppia di donne omosessuali possa veder riconosciuta da un Tribunale l’adozione della figlia minorenne che una delle due aveva messo al mondo con la fecondazione assistita in un paese straniero che la consente? Siamo sicuri che una bambina che cresce con due mamme e senza nessun papà sarà una donna equilibrata capace di relazionarsi correttamente con l’altro sesso e di vivere il matrimonio e la maternità naturali? Io non ne sono per nulla convinto.

Critico fortemente questa decisione del Tribunale di Roma e critico fortemente le altre sentenze che in Italia stanno aprendo la strada alla fecondazione eterologa che, ripeto, non è prevista dall’ordinamento giuridico del nostro Paese. Il nostro sistema costituzionale separa nettamente la funzione giudiziaria da quella legislativa. Le invasioni di campo sono sempre perniciose e foriere di disastri istituzionali. Spetta al Parlamento, nel confronto democratico tra le forze politiche, legiferare ed ai giudici applicare, rispettando la legge. Sventurata quella nazione nella quale i Giudici si ergono a Legislatori. Dunque la fecondazione eterologa in Italia è oggi illegale ai sensi della Legge e stigmatizzo la Conferenza delle Regioni che ha precipitosamente emanato delle Linee Guida dopo il via libera giudiziario – e dunque illegittimo – alla fecondazione eterologa. Non sono chiari i criteri di tracciabilità, non esiste un albo dei donatori, non si capisce se il donatore debba esser un volontario o un prestatore d’opera e servizi, si consente la donazione plurima con il risultato di innescare un preoccupante effetto Abramo. Nessuno può assicurarci che questi fratelli genetici, nati da un unico padre plurifecondatore, non abbiano ad incontrarsi durante la propria vita. Potranno inconsapevolmente innamorarsi, sposarsi e metter al mondo dei figli con conseguenze genetiche devastanti: figli nati dall’unione tra fratelli. In Emilia Romagna stanno sperimentando un’altra soluzione ancora più atroce con una donazione incrociata tra due coppie con uno dei coniugi sterile. Se si dovesse procedere, sarebbero impiantati in due uteri diversi gli embrioni di gemelli separati non alla nascita ma in vitro. Quali genitori potrebbero dormire sonni tranquilli sapendo di avere un figlio sconosciuto?

Dopo il disastro dell’Ospedale Pertini di Roma che ha scambiato uteri e provette chi si sente davvero sereno sull’affidabilità delle pratiche mediche connesse alla fecondazione assistita e/o eterologa? Io non mi fido per nulla e non mi stancherò di ripeterlo. Anche perché dietro questa corsa all’eterologa non scorgo amore per le coppie che non riescono ad avere un figlio. No, io dietro questo accanimento forsennato per la fecondazione eterologa intravedo grandi speculazioni economiche, mediocre ricerca del consenso politico ed ideologico, onnipotenza scientifica che pretende di sostituirsi a Dio quando seleziona ovuli e spermatozoi per renderli compatibili con il profilo genetico dei beneficiari della donazione. Già li immagino questi apprendisti stregoni sciorinare come avviene all’estero – in quegli sventurati paesi che gli stolti definiscono all’avanguardia dei diritti civili – il catalogo delle opzioni per un figlio perfetto ed a misura dei proprio sogni.

La coppia formata da un uomo e da una donna che non riesce a generare merita affetto, comprensione, aiuto. Queste coppie non hanno bisogno di speculazioni e battaglie ideologiche. Non hanno bisogno di medici spericolati che non esitano ad impiantare embrioni nell’utero di donne sessantenni. Perché affliggere queste coppie che già tanto soffrono con pratiche invasive del corpo e dell’anima? E tante volte senza neanche un’adeguata preparazione psicologica a reggere la durezza invasiva di tali pratiche. Confesso che, da uomo, non riuscirei ad accettare l’idea che la vita nel grembo di mia moglie sia stata generata dal seme altrui. E mi chiedo anche quanto una donna sia disponibile ad accettare fino in fondo nel proprio ventre un embrione fecondato non da un suo ovulo? E che angoscia se nel corso di una discussione familiare, ne capitano tante tra le mura domestiche, l’uno dei due rinfacciasse all’altro di non esser stato neanche capace di metter al mondo un figlio?




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