Storie

Nel buio, la luce del perdono

di Ida Giangrande

«Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio» è il tema scelto per la prossima Giornata mondiale della gioventù. Rileggiamo l’invito del Papa attraverso la storia di Ania Golędzinowska, una luminosa testimonianza di speranza e di perdono.

È appena una bambina quando le dicono che suo padre è caduto giù per una scala. Lo aveva visto tante volte attaccato a qualche bottiglia come se in essa fosse contenuto il nettare degli dei, ma mai la piccola Ania aveva capito fino a che punto quella sua maniacale voglia di alcool poteva essergli letale. E così, fragile e sola si ritrova a dover realizzare una realtà cruda e quasi impossibile da accettare: un padre morto e una madre incapace di sostenere il carico di due figlie piccole. Segue l’affidamento alla nonna e poi agli zii in un cammino tormentato, condito da cattive frequentazioni, uso di droghe e piccoli furti. Un’adolescente a rischio, così è definita dalle autorità, quella bambina già donna, che si ribella contro un sistema indolente ed alza la voce per denunciare il suo innato bisogno di affetto, di stabilità. Una borderline tra le tante, figlia del popolo della notte che di giorno sparisce nelle viscere delle città, come l’abitante di un mondo sotterraneo. Parallelo. Fantasma.

È solo una bambina che gioca a fare la grande. Una bambina che sogna di essere la principessa di un regno incantato e che invece deve imparare a cavarsela da sola esercitando l’arte della sopravvivenza, contando solo ed esclusivamente su se stessa. Adolescente comincia a vivere da sola aggrappandosi alle mezze opportunità che la vita le offre, il primo fidanzatino e l’approccio all’arte della recitazione, prima e forse unica forma di disciplina del suo animo, fino al suo diciassettesimo anno di età. Il punto di svolta della sua vita. Un impresario, le propone di iniziare una carriera come modella in Italia. Nessuno è lì a fermarla, nemmeno i suoi tutori legali, in fondo la vita è già difficile anche per loro, e allora meglio liberarsi di una ragazzina sregolata e ribelle, una bocca in più da sfamare. Ed ecco la partenza verso un mondo nuovo, pieno di belle opportunità che però nascondono tunnel dai quali è poi difficile uscire. La carriera come modella non è altro che un pretesto dietro il quale si nasconde lo sfruttamento della prostituzione da parte di organizzazioni composte da criminali senza scrupoli. Ania viene irretita dal miraggio di una vita migliore, attirata in una macchina e brutalmente stuprata sul ciglio di un’autostrada dove le vetture sfrecciano come nella parabola della vita: troppo veloci per fermarsi in tempo. Troppo indaffarate per prestare attenzione a chi avrebbe bisogno di aiuto. Non è la prima storia e non sarà l’ultima, molte sono le donne costrette a fuggire da condizioni di vita deprecabili, per finire impigliate in reti da cui è impossibile uscire. Ancora di più sono le ragazzine sottratte alla custodia delle loro famiglie e messe lì a soddisfare il bisogno deviato dei ‘clienti’. Lo definiscono il mestiere più vecchio del mondo e benché la presenza delle piccole lucciole della notte scandalizzi i benpensati, ci si è talmente abituati a loro che non le si considera più nemmeno un caso umano. Il suo posto è in uno scantinato fetido, meta dei più lerci individui desiderosi di sesso a buon mercato e dell’oscurità necessaria a garantire l’anonimato. Di fronte a questa prospettiva Ania si ribella e trova il coraggio necessario per sfuggire ai suoi aguzzini. Ripara in un altro night, dove le luci sono leggermente più alte e le proposte meno oscene. Non è più una prostituta ora, ma un’accompagnatrice, un’intrattenitrice: un modo diverso per raccontare più o meno la stessa storia. È qui che però Ania sperimenta l’incontro con l’amore, una relazione seria, soffocata dal clima di generale corruzione che li circonda. Le rimane l’opportunità di scappare via di nuovo, ma per andare dove? In fondo non conosce una vita migliore, ma solo una peggiore, dalla quale tenersi lontana in tutti i modi possibili. Sfruttando la sua formidabile bellezza, inizia a frequentare gli ambienti del mondo dello spettacolo, i locali notturni sempre svegli, frequentati da bella gente, belle cose, begli uomini e una formula che si ripete uguale a se stessa come in un mix esplosivo di sesso, droga, denaro, potere; un vortice potente in grado di risucchiare e maciullare ogni proposito buono. Questa volta è un’amica ad offrirle un’alternativa: la cocaina. La prima volta avviene quasi per caso: quella polvere bianca circola di mano in mano fluida, come un’abitudine ordinaria, scontata al punto che nessuno sembra farci caso. Lo facevano tutti e quando tocca a lei, quasi senza volerlo è l’inizio di una nuova fine. Prima di rendersene conto era diventata una cocainomane, incapace di resistere al richiamo di quella ‘sirena’, imbrigliata in una relazione malata, con un uomo ricco della grande Milano. Ma intanto è dal fondo della sua anima che si fanno strada i primi tiepidi raggi di un nuovo sole. Tra incubi notturni e crisi di ansia, Ania comincia ad avvertire una profonda e radicale sete di riscatto, qualcosa di forte, una specie di richiamo irresistibile. La consapevolezza di non essere nata per strisciare e soffocare nella polvere le dà la forza necessaria per allontanarsi poco a poco dal potente narcotico col quale aveva deciso di anestetizzare la propria anima. Doveva esserci una vita migliore da qualche parte e Ania comincia a cercarla. Un giorno per caso durante una trasmissione televisiva incontra Paolo Brosio, un giornalista convertito al cristianesimo. È lui ad invitarla ad un pellegrinaggio. Un invito apparentemente casuale, uno fra i tanti, e invece come succede spesso, è proprio lì che Dio l’attende per restituirle la dignità perduta.

Si trattava di risalire una montagna, quella del Cristo Pensante. Una passeggiata meravigliosa nello scenario delle Dolomiti, tra pascoli verdeggianti e canaloni scoscesi, dove la potente statua di Gesù Cristo, sembra essere il punto focale di ogni cosa. Ania si sofferma spaesata, in bilico tra la terra ferma e l’infinito. Sovrastata e avvinta da un mistero mille volte più grande di lei che tuttavia le si stava schiarendo davanti agli occhi. Sente di essere piccola e allo stesso tempo grande e importante, percepisce l’amore del Padre per lei, la carezza dell’immenso sulla pelle, l’autorevole richiamo della voce di Dio.

Qualcosa cambia dopo il suo ritorno a casa. Non è ancora capace di dire cosa, ma sente di aver ritrovato una parte di sé, quella che ancora bambina, sogna di essere la principessa di un castello incantato. Sì, in cima a quella montagna Ania si era ritrovata così come si era persa nelle stradine di Varsavia, una bambina che guarda al futuro con speranza e ottimismo. Alla luce del mistero, Ania trova il coraggio di riavvicinarsi a sua madre e alla sorella anche lei finita nel baratro della droga. Non sapeva ancora di aver iniziato un cammino di fede, un sentiero costellato di difficoltà ma illuminato da un’aurora perenne, dove finalmente ha trovato la pace che cercava e il suo posto nel mondo.

Mi sono sdraiata sull’erba, lì, in cima al monte. Ho chiuso gli occhi e ho iniziato a pensare. Sentivo una sensazione di pace che mi rigenerava, mi rimetteva al mondo. Sentivo dentro la voceuna voce… che mi diceva di perdonare, di perdonare tutti… tutti quelli che mi avevano fatto del male. Mi sentivo in armonia con il mondo, e quando ci si sente così si comprende che il perdono non è una scelta, ma l’unica possibilità. E specchiandomi nella volta del cielo non sentivo più alcuna stanchezza.

Nel tempo di permanenza a Medjugorje, nel convento di suore dove si era ritirata per vivere il suo tempo di guarigione, Ania conosce Michele, un ragazzo semplice e solare di una piccola città pugliese.  La loro storia inizia con una grande amicizia, anche lui è un miracolato della Madonna. L’amore fa presto ad affacciarsi e con esso il desiderio di sposarsi. Sogno che coronano il 25 marzo del 2014. Sui social, Ania scrive quel giorno: “Oggi la Chiesa festeggia l’Annunciazione del Signore! Noi oggi annunciamo il nostro matrimonio. Che il nostro Sì possa essere pieno, come quello di Maria. Questo Augurio lo facciamo anche a tutti voi!!! Ci vediamo tra poche ore in Chiesa Madre a Deliceto. Alle 15.30 vi aspettiamo insieme a Gesù per festeggiare il nostro Sì!!!”.




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