La Pietà Il capolavoro espressivo di Bellini Autore articolo Di PUNTO FAMIGLIA Data dell'articolo 5 Marzo 2015 Nessun commento su Il capolavoro espressivo di Bellini di PUNTO FAMIGLIA La pietà, o compianto di Cristo morto, è l’episodio che segue la deposizione dalla croce. Non viene descritto in nessuno dei Vangeli, ma deriva da alcune raffigurazioni di epoca bizantina ed è riportato nella letteratura mistica del XIII e XIV secolo. Biografia e Stile Giovanni Bellini (Venezia 1432-1516) impara a dipingere nella bottega del padre Jacopo, pittore molto celebre a Venezia. Dipinge soprattutto quadri di soggetto religioso e della vita di Gesù, in cui infonde un valore nuovo al colore e alla natura. A ispirarlo è, però, soprattutto il cognato, il grande pittore Andrea Mantegna. Bellini diventa il pittore più famoso e ricercato di Venezia. La sua pennellata sfumata immerge le forme in una luce diffusa e calda, uniforme e avvolgente. Non sono le linee del disegno ma è il colore stesso che, con le sue variazioni di tono, costruisce i corpi solidi delle figure, ed è proprio questo suo stile che eserciterà una grandissima influenza sui pittori veneti per tutto il Quattrocento e gran parte del Cinquecento: è da lui che nasce il famoso “tonalismo veneto”. Dall’osservazione delle sue numerose opere risulta che egli fu una grande anima cristiana e che raggiunse in certi suoi capolavori una tale potenza d’espressione, che sarà difficile trovarne di superiore in tutto l’orizzonte pittorico. Descrizione La pietà, o compianto di Cristo morto, è l’episodio che segue la deposizione dalla croce. Non viene descritto in nessuno dei Vangeli, ma deriva da alcune raffigurazioni di epoca bizantina ed è riportato nella letteratura mistica del XIII e XIV secolo. In quest’opera, e per la prima volta nell’iconografia della pietà, Gesù, Maria e San Giovanni vengono raffigurati in primissimo piano, in un incrocio di gesti con grande impatto emotivo. Le figure racchiuse tra il bordo del sepolcro e le nubi striate all’orizzonte, occupano tutto lo spazio disponibile. La madre sembra sussurrare qualcosa al figlio morto, con i profili dei volti che si incastrano alla perfezione, mentre Giovanni, pur partecipando alla tragedia, si volta discretamente. Il Bellini propone un’altissima lettura del dramma cristiano, con un perfetto equilibrio tra forma ed espressione; un’interpretazione umana e naturale. Egli ha individuato il potenziale espressivo di questa iconografia come nessuno dei suoi predecessori aveva fatto. L’opera, però, si completa nel momento in cui incontra lo sguardo dell’osservatore, perché, grazie all’enfasi emotiva che il Bellini dà alla sua pittura, non è difficile per chi guarda l’opera immedesimarsi nel pianto, nelle emozioni e nei sentimenti dei protagonisti. Piccoli particolari La luce, autentica protagonista della pittura del Bellini, viene usata dall’artista per far emergere dettagli minuti, come i riccioli dorati della chioma di San Giovanni. Le pose e le espressioni dei tre personaggi non sono idealizzate, ma copiate dalla realtà, anche se davvero appare impossibile che un corpo morto si possa reggere in questa posizione. La luce chiara del tramonto, illumina il paesaggio, appena accennato dietro il manto di Maria: questo elemento, tanto caro alla pittura belliniana, qui viene sacrificato per non incrinare la tensione emotiva della scena. I colori smorzati contribuiscono a rendere il sentimento tragico della scena; una scelta che nasconde un significato simbolico e allude alla malinconia della morte. Influenze della pittura fiamminga si colgono nei piccoli dettagli, come le vene azzurrine delle mani di Cristo, l’una abbandonata sul piano di marmo che divide la scena sacra dallo spazio dello spettatore, l’altra sorretta da quella della Madonna. Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE Tag arte, Giovanni Bellini, La pietà ANNUNCIO ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: Papa Francesco: “La superbia è un veleno: ne basta una goccia per guastare tutta la vita” Perché alzare la voce contro i volontari per la vita? La “lezione” di Pd e M5s… “Grazie, Karol, perché per me ci sei sempre”: lettera di una giovane a Giovanni Paolo II Dire quello che pensi? Prima pensa a quello che dici. Il consiglio di Papa Francesco Aiutare economicamente le donne per non farle abortire? 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