diocesi

Un sostegno vicendevole

Terni-Narni-Amelia

di Mariarosaria Petti

La Diocesi umbra con il Suo Santo Patrono è un inno all’amore. A colloquio con Paola e Maurizio Leonardi, don Stefano Mazzoli, responsabili della commissione diocesana per la pastorale familiare, per la promozione e difesa della vita della Chiesa pellegrina in Terni-Narni-Amelia.

San Valentino, protettore degli innamorati, come Santo Patrono: indizio sufficiente per definire la Diocesi di Terni-Narni-Amelia un inno all’amore. Una terra che porta inscritto nel suo DNA un’attenzione tutta speciale per le coppie. «Valentino fu appassionato dell’amore sponsale che egli incoraggiava e benediceva nel nome del Signore regalando rose del suo giardino alle coppie che si rivolgevano a lui prima del matrimonio»: ne abbiamo parlato con Paola e Maurizio Leonardi, don Stefano Mazzoli, responsabili della commissione diocesana per la pastorale familiare, per la promozione e difesa della vita della Diocesi umbra.

Il vostro Santo Patrono, protettore degli innamorati, vi rende una Diocesi attenta alle coppie. Quali sono le proposte pastorali loro dedicate?
San Valentino è conosciuto in tutto il mondo come il Santo degli innamorati anche se pochissimi sanno che egli fu il primo Vescovo di Terni, martirizzato il 14 febbraio 273. Oggi la nostra Diocesi di Terni-Narni-Amelia, continua questa cura pastorale verso la famiglia innanzitutto con iniziative straordinarie legate alla festa di S. Valentino: la promessa solenne dei fidanzati, la celebrazione festosa degli anniversari di matrimonio, la novena meditata e animata da tutte le realtà pastorali della Diocesi, iniziative varie a sostegno dell’affettività e della famiglia. Ma è nella pastorale ordinaria vissuta nelle parrocchie e a livello diocesano che si manifesta l’attenzione alla famiglia attraverso l’accompagnamento delle coppie di fidanzati, la formazione permanente delle famiglie, la festa della famiglia, i gruppi di famiglie cristiane che meditano il Vangelo, il centro di ascolto per famiglie in difficoltà, l’accoglienza e l’accompagnamento dei separati e divorziati, il sostegno alla vita nascente.

In questo tempo speciale che ci separa dal Sinodo del prossimo ottobre, quali sono le speranze e le attese che nutrite per il bene delle famiglie?
La speranza più grande è innanzitutto che le famiglie si sentano al centro dell’attenzione e della cura pastorale della Chiesa – famiglia di famiglie – dove ognuno possa sentirsi accolto, ascoltato, compreso, accompagnato. Soprattutto le famiglie in difficoltà, perché possano riscoprire la bellezza della loro chiamata e missione. La speranza poi che la famiglia cristiana possa tornare a risplendere nella sua bellezza attraverso la riscoperta del progetto d’amore del Creatore che in essa risplende e che possa appassionare tanti giovani che vivono la paura del “metter su” famiglia. La speranza, infine, che il Vangelo della famiglia, possa risuonare anche per chi si sente ferito nell’amore coniugale o crede che abbia fallito in assoluto, nutrendo la certezza che con il Signore Gesù è possibile sempre ripartire e sperare.

Maurizio e Paola, come coppia come riuscite a coltivare la preghiera coniugale e come trasmettete questa sensibilità a livello pastorale?
Siamo entrambi Salesiani Cooperatori e lo sono già anche i due più grandi dei nostri quattro figli. Fin da ragazzi all’oratorio di Terni e poi da fidanzati e da sposi, man mano che la nostra famiglia cresceva, seguendo don Bosco abbiamo coltivato uno stile di preghiera sobrio ed essenziale che nella partecipazione all’eucarestia domenicale, nelle preghiere ai pasti, nei ritiri di Avvento e di Quaresima e negli esercizi spirituali per famiglie alimenta la nostra fede, ci aiuta a leggere gli accadimenti della vita quotidiana alla luce della Parola di Dio. Proprio lo scorso 28 dicembre 2014, in occasione della Festa della Santa Famiglia, accogliendo l’invito dei Vescovi umbri, abbiamo potuto trasmettere questa sensibilità e dare il nostro contributo, insieme alle diocesi sorelle della nostra Regione, in una preghiera “corale” presso la Porziuncola ad Assisi per i lavori del prossimo Sinodo di ottobre sulla famiglia, affinché San Valentino, San Francesco, San Benedetto e Santa Rita ispirino e guidino i lavori dei Padri Sinodali.

Quanto è preziosa la guida di un presbitero nel cammino coniugale?
Il sacerdote con sensibilità, preparazione ed affetto si pone accanto agli sposi ed alla famiglia offrendo loro la ricchezza del suo ministero, perché sempre più crescano nella fedeltà, nell’integrazione reciproca e nel servizio generoso e responsabile alla vita. Inoltre per la Chiesa si apre una stagione nuova, che domanda una maggiore collaborazione tra sposi e presbiteri. Vocazione al matrimonio e vocazione al sacerdozio ministeriale (e alla vita consacrata) sono due vocazioni che si illuminano e si sostengono a vicenda: l’una ha bisogno dell’altra. È importante richiamare l’analogia profonda che nel nuovo rito del matrimonio viene stabilita con l’ordinazione presbiterale: le litanie dei Santi, l’invocazione dello Spirito, l’imposizione delle mani.




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